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Storia

De Luca e Manfredi ricordano la Giornata delle Forze Armate

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NAPOLI – Oggi 4 novembre si celebra la Giornata delle Forze Armate.

Proprio il 4 novembre del 1916 fu siglato l’Armistizio di Villa Giusti il quale sancì la fine delle ostilità della I Guerra Mondiale e consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste, affinché si portasse a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale.

La festività funge da promemoria al sacrificio dei tanti soldati morti al fronte, che hanno perso la vita per difendere la Patria. Lo fecero con coraggio, eroismo e amore. Furono loro – i nostri nonni e i nostri bisnonni – a salvare il nostro Paese.

Il Presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha voluto onorare questa ricorrenza spendendo qualche parola al rigaurdo:

Nel Giorno dell’Unità Nazionale e nella Giornata delle Forze Armate, il nostro pensiero non può che andare ai tanti giovani che durante la “Grande Guerra” persero la vita. Nel loro ricordo, l’impegno per tutti noi è quello di onorare l’estremo sacrificio di allora col lavoro quotidiano, all’interno e all’esterno delle istituzioni, per la crescita del nostro Paese e la difesa dei valori della democrazia. Un ringraziamento, in questa giornata, ai nostri militari impegnati in tanti posti del mondo per la sicurezza dei popoli e l’affermazione di quegli stessi valori“.

Un messaggio di ringraziamento è arrivato anche dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi espressosi durante le cerimonie al Mausoleo di Posillipo e a Piazza del Plebiscito: “Ricordare le persone che si sono sacrificate per difendere la libertà del nostro Paese, deve essere sempre un momento importante che deve essere anche di memoria per il futuro e spingere all’impegno civico e alla difesa dei valori costituzionali“.

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Storia

Napoli, scoperta chiesa medievale nel sottosuolo del centro storico: i dettagli

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Blitz del personale del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, che hanno scoperto una chiesa medievale nel sottosuolo del centro storico di Napoli.

Contestualmente, i carabinieri del TPC hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro e posto i sigilli agli ambienti sotterranei pertinenti ad antica struttura religiosa. Infatti, pare che un imprenditore napoletano abbia operato uno scavo clandestino, saccheggiando e distruggendo le aree archeologiche presenti.

Stando ad una prima ricostruzione l’uomo avrebbe sfruttato l’utilizzo di locali terranei nella sua disponibilità collocati in centro città per eseguire una serie di scavi sotterranei clandestini allo scopo di individuare e trarre profitto da realtà archeologiche nel sottosuolo.

Tale sequestro ha permesso di interrompere le attività di scavo abusivo in una chiesa medievale risalente all’XI secolo, sita a circa 8 metri di profondità dal livello stradale, di cui è attualmente visibile un’abside semicircolare affrescata, in discreto stato di conservazione, sulla quale è parzialmente identificabile l’iconografia del Cristo in trono con al di sotto decorazioni a velarium ed un’iscrizione dedicatoria in parte già decifrata.

Pertanto tale scoperta restituisce al patrimonio pubblico i resti di un raro esempio di arte medievale dell’XI secolo, la cui decorazione riscontra delle similitudini con il vicino Sacello di Sant’Aspreno e si aggiunge alle non numerose testimonianze pittoriche del periodo medievale sul territorio nazionale.

Inoltre, all’imprenditore napoletano sono stati sequestrati circa 10mila frammenti ceramici di natura archeologica di epoca romana e medievale, probabilmente provenienti dal settore suburbano dell’antica città di Neapolis, riconducibili anche ad altre aree non esplorate nel corso delle attività investigative.

Infine, sono stati sequestrati anche 453 reperti archeologici integri di epoca romana, tra cui crateri a figure rosse, anfore, lucerne e pipe in terracotta, monete di epoca romana e medievale.

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Storia

Pompei, rinvenuta tomba d’epoca romana che rivela la rete di potere sotto Augusto

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Prezioso ritrovamento avvenuto a Pompei, durante i lavori per la realizzazione di un’intercapedine funzionale a risanare dall’umidità gli ambienti sotterranei dell’edificio di San Paolino, nuova sede della biblioteca del Parco Archeologico di Pompei e che rivela la rete di potere sotto l’imperatore Augusto.

Infatti è stata rinvenuta la tomba di Numerio Agrestino, noto per la brillante carriera militare sotto l’impero augusteo. Il rinvenimento è stato reso noto oggi sull’E-Journal degli Scavi di Pompei, la rivista in rete che informa in tempo reale sulle nuove scoperte e ricerche in corso nel sito archeologico.

Pertanto i responsabili del Parco hanno deciso di ampliare lo scavo e di musealizzare nei pressi della nuova biblioteca un monumento funerario peculiare. Tuttavia, analizzando l’iscrizione posta sulla tomba, il primo dato sorprendente consiste nel fatto che lo stesso personaggio è noto da un’altra iscrizione funeraria della necropoli di Porta Nocera, dove sua moglie Veia Barchilla aveva realizzato un monumento a forma cilindrica per sé stessa e il marito. Solo successivamente il consiglio dei decurioni avrebbe poi decretato di onorare Numerio Agrestino con un monumento su suolo pubblico.

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Storia

Ercolano, i segreti dei papiri carbonizzati svelati da tre ricercatori: i dettagli

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Siamo ad Ercolano, in provincia di Napoli, dove un team formato da tre giovani ricercatori ha vinto la Vesuvius Challenge per essere riusciti a leggere oltre 2mila lettere in greco da un papiro carbonizzato dall’eruzione del 79 d.C.

Ecco la nota del sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, che ha così celebrato l’importante scoperta:

“Il team, guidato da Nat Friedman con il professore Brent Seales dell’università del Kentuky e Daniel Gross, e composto dall’egiziano Youssef Nader, dallo statunitense Luke Farritor e dallo svizzero Julian Schilliger, grazie all’impegno dell’intelligenza artificiale e a scansioni ai raggi X ad altissima risoluzione, ci restituiscono un altro pezzo della nostra storia”. 

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