NAPOLI – Funerali in forma privata con la benedizione della salma al cimitero, una prassi in caso di fatti di sangue legati a dinamiche di camorra. Non è stato così per l’addio ad Antonio Natale, ucciso brutalmente al Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli. Sono decine le persone dinanzi al camposanto.
«Ora chi ha ucciso Antonio deve pagare» dicono alcuni dei suoi amici che affidano ai commenti d’ogni tipo, da Facebook a Instagram.
Tantissime le manifestazioni di cordoglio, affidate a striscioni e dediche affisse sul muro del cimitero di Caivano: «Sei scomparso così all’improvviso, non ci siamo neanche salutati. Ma i fratelli non possono mai separarsi veramente! I ricordi più belli non muoiono mai, sei e sarai il ricordo più bello della nostra vita…il nostro piccolino».
A Caivano si rincorrono voci orribili sulla fine del 22enne, trovato morto in un terreno ai confini con la frazione di Casolla il 18 ottobre scorso, dopo 14 giorni angoscianti conseguenti la sua scomparsa e la denuncia della madre. Si pensa che l’uomo, ancor pima di essere sparato, sia stato torturato.
In molti si sono espressi su questa strage, non ultimo il consigliere regionale Europa Verde Francesco Emilio Borrelli: “Benedizione in forma privata al cimitero di Caivano per Antonio Natale. La madre non ha potuto mettere la data di morte sulla lapide. Solo i suoi carnefici la conoscono purtroppo. Bisogna smantellare con determinazione le piazze di spaccio nel Parco Verde di Caivano. Il rogo dei pullmini è l’ennesima sfida dei camorristi allo Stato.“