NAPOLI – “Dimenticare, dimenticare. Non riesco proprio a dimenticare.” Queste le parole di Fabrizio Moro nella, forse non troppo celebre, canzone “Fermi con le mani, fermi con i piedi” dedicata alla memoria di Stefano Cucchi.
Il 22 ottobre 2009 moriva a Roma Stefano Cucchi. A dodici anni dalla sua scomparsa, diretta conseguenza di un pestaggio subito dopo essere stato arrestato per spaccio di droga, lo scorso maggio la Corte di assise di appello di Roma ha condannato a 13 anni per omicidio preterintenzionale due carabinieri: Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro.
Sono stati 4 anni, invece, gli anni per il maresciallo Roberto Mandolini per aver falsificato il verbale di arresto. Francesco Tedesco, imputato diventato teste dell’accusa, era stato invece già condannato nel 2019 in Corte di assise a 2 anni e 6 mesi, sempre per falso.
Alla vicenda, portata all’attenzione dell’opinione pubblica dalla perseveranza della sorella Ilaria, nel 2018 è stato dedicato il film “Sulla mia pelle”, con Alessandro Borghi a vestire i panni di Stefano. Da ricordare anche la forse non troppo celebre canzone di Fabrizio Moro “Fermi con le mani, fermi con i piedi”
Oggi il geometra avrebbe 43 anni e lo ricordiamo proprio con il testo della canzone di Moro:
Stefano ha lasciato la gente
a guardarsi stupita, a cercar di capire.
Un’entità giudicante ha cucito le bocche,
eseguito la sentenza e l’ha fatto morire.
E’ toccato ad ognuno di noi
ma qualcuno l’ha presa di striscio
e un uomo è morto da solo
in una stanza che puzza di piscio.
Massacrato da Tor Sapienza
a seguire fino a quando è arrivato all’udienza.
Tor Sapienza è un quartiere dove crescono i fiori
le luci, le spine, la polvere, i colori.
E girano gli uomini, girano, girano.
Girano e fanno i danni.
E’ normale, la vita è così,
per migliorarsi ci vogliono gli anni.
Ma si spezza una marcia al progresso
se lo Stato ha la testa nel cesso […]
Vedi, vedi, vedi
che la verità muore nei segreti.
Vedi, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi
fermi con le mani, fermi con i piedi.
La coscienza non dimentica.