NAPOLI – A partire da novembre, sul rito nazionale della pausa caffè si abbatterà una nuova raffica di aumenti che potrebbe far lievitare il prezzo della tazzina verso quote mai raggiunte. Se, infatti il caffè napoletano è sempre costato sui 90 centesimi, ecco che il prezzo potrebbe sensibilmente variare sino ad arrivare ad un prezzo mai raggiunto, ben 1,50 euro.
Sicuramente un costo più vicino alle nostri care regioni settentrionali che pagano il prezzo del caffè già a 1,30 euro.
Tanti, fra piccoli e medi torrefattori, si trovano costretti a ritoccare all’insù. Secondo le ultime stime, si potrebbe registrare un aumento di circa il 7% sul valore delle miscele che vendono a bar e ristoranti.
Non è la prima volta nel 2021 che si scalda il prezzo della tazzina, secondo Fipe da inizio anno il prezzo delle miscele è cresciuto del 20%. E a stare a sentire gli analisti di Fitch Solutions e di Intesa Sanpaolo non sarà nemmeno l’ultima, visto che la filiera del caffè globale è in piena fibrillazione: un anno fa il chicco verde costava un dollaro per libbra oggi ne vale il doppio.
«Alla Fiera di Anuga non si è parlato d’altro — racconta Nicoletta Trucco di Excelsior caffè, storico brand di Cuneo — i prezzi della filiera, dalla materia prima alla logistica, sono diventati insostenibili. I baristi, se vogliono servire prodotti di qualità, non potranno far altro che adeguarsi. Il caffè non è più un prodotto low cost»