SALERNO – Le polemiche per la statua della Spigolatrice di Sapri, la seconda dopo quella inaugurata nel 1994, non si sembrano cessare. Le sue forme hanno scatenato le proteste di diversi esponenti politici e non solo: considerata troppo erotica, è stato addirittura chiesto l’abbattimento dell’opera. Una discussione che ha totalmente eclissato il significato storico della Spigolatrice, in realtà un mito basato su un enorme falso storico.
La statua è ispirata a una poesia di Luigi Mercantini dal titolo “La spigolatrice di Sapri”, composta con lo scopo di esaltare le gesta di Carlo Pisacane ed i suoi 300 uomini che, sbarcati nella cittadina cilentana nel 1857, volevano scatenare una rivolta per spodestare i Borbone.
Il componimento poetico parla di questa donna, la spigolatrice, che rimane affascinata dai 300 uomini giunti per liberare “la patria” sventolando la bandiera tricolore. “Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!”, afferma il testo, incolpando della morte il sovrano tiranno.
In realtà, tuttavia, i trecento giovani altro non erano che detenuti del carcere di Ponza, delinquenti che furono liberati da Pisacane con l’intento di sottrarre il Regno delle Due Sicilie ai Borbone.