NAPOLI – Secondo i dati raccolti dalla Direzione investigativa antimafia (DIA) sono stati 1937 i roghi che hanno torturato la Terra tra le provincie di Napoli e Caserta. Il dato particolarmente allarmante riguarda i rifiuti tossici incendiati che registrano un aumento del 30% rispetto all’anno scorso.
Una volta era conosciuta come la Terra Felix, la zona maggiormente fertile d’Italia, ora come la Terra dei Fuochi a causa dei roghi e degli sversamenti delle sostanze inquinanti che danneggiano non solo il terreno, ma la salute della popolazione locale.
Il fenomeno è stato oggetto di studio da quattro anni da parte dell’Istituto Superiore di Sanità e la Procura della Repubblica di Napoli Nord. Le due istituzioni, difatti, accordandosi svolgono degli studi incentrati proprio sul controllo della zona e sulle conseguenze di tale spregiudicato uso della Madre Terra.
In particolare “l’area oggetto dell’indagine riguarda il territorio dei 38 Comuni del Circondario della Procura di Napoli Nord, 34 dei quali rientrano nella definizione “Terra dei Fuochi” della legge 6/2014 con una superficie totale di 426 kmq.“
“Su questa area, in base ai dati raccolti disponibili al gennaio 2017, sono stati registrati 2.767 siti interessati da smaltimento controllato o abusivo di rifiuti, anche pericolosi, in 653 dei quali risultano anche avere avuto luogo combustioni illegali.”
L’ultimo rapporto stilato mostra inequivocabilmente l’impatto sanitario negativo dello smaltimento e della combustione di sostanze inquinanti nella popolazione. I dati mostrano un incremento di alcune gravi patologie di cui attendiamo notizie più certe.