Cronaca

SANT’ANTIMO. L’ex Sindaco Aurelio Russo incandidabile perché assoggettato alla criminalità locale

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SANT’ANTIMO – Niente da fare per l’ex Sindaco Aurelio Russo che nonostante le sue dichiarazioni di circostanza rilasciate anche in una trasmissione andata in onda su MinformoTV, dichiarandosi paladino della giustizia per il solo fatto di essere citato positivamente nella relazione della DDA dell’inchiesta “Antemio”, resta incandidabile e la Sentenza della Corte d’Appello parla chiaro.

L’ex Sindaco durante tutto il suo mandato è rimasto assoggettato e condizionato dalla criminalità organizzata locale.

Non c’è speranza per il centrosinistra santantimese, questa è un’onta che si porterà dietro ancora per parecchio tempo, l’estraneità totale ai fatti scatenanti lo scioglimento non sono stati dimostrati e così per Aurelio Russo comincerà l’oblio per due tornate elettorali e considerata l’età, si può benissimo affermare di aver chiuso in “bellezza” la sua carriera politica.

Così, ereditario della scuola politica del papà, comincia in salita anche la campagna elettorale del figlio Domenico Russo, che non ha mai nascosto le velleità di voler ricalcare le orme del padre. Sarà difficile a questo punto per i santantimesi correre ulteriori rischi alla prossima tornata elettorale, votando un altro Russo, visto che nonostante l’estraneità ai fatti di cronaca dell’ex Sindaco, comunque la carica del primo cittadino è rivestita da altri tipi di responsabilità che se gestite male ti consentono solo di far sciogliere anticipatamente il Consiglio Comunale.

La Corte d’Appello di Napoli ha confermato l’incandidabilità dell’ex Sindaco di Sant’Antimo Aurelio Russo che quindi non potrà partecipare “alle elezioni per la Camera dei deputati, per il Senato della Repubblica e per il Parlamento europeo, nonché  alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali che si svolgono nella regione nel cui territorio si trova il Comune di Sant’Antimo in relazione ai due turni elettorali successivi allo scioglimento stesso, una volta divenuto definitivo il provvedimento che ha dichiarato detta incandidabilità”.

Secondo la corte emerge uno scenario che indica come “Aurelio Russo non abbia posto in essere tutte le attività idonee e necessarie a fronteggiare l’intrusione delle organizzazioni criminali presenti nel territorio del Comune di Sant’Antimo, così finendo col restarne assoggettato e condizionato, lasciando la sua amministrazione aperta al predetto condizionamento. Il non compiuto esercizio da parte del reclamante dei poteri di indirizzo e di controllo nella gestione della cosa pubblica, come sintomaticamente desumibile dalle suindicate vicende, si ritiene, quindi sia stato, più plausibilmente che non, riconducibile alla condizione di soggezione, di subalternità al potere malavitoso in cui il ricorrente è venuto a trovarsi. In tal modo, l’agire del reclamante ha finito, colposamente, con il consentire, nel contesto operativo di una piccola realtà comunale presidiata dal pervasivo agire di più consorterie criminali, che l’ingerenza del potere malavitoso nell’attività del Comune potesse esprimersi nelle sue consolidate forme, il che è quanto basta per giustificare il provvedimento adottato dal Tribunale e, con esso, il rigetto del reclamo, con valore assorbente rispetto alle altre contestazioni pure poste a base della proposta e del provvedimento di incandidabilità”.

Nella sentenza è specificato come ci fosse una dedotta soggezione dell’istante alle pressioni di detta criminalità”. Come sottolineato anche in prima udienza dal Tribunale di Napoli Nord che aveva individuato “fenomeni di devianza amministrativa, finalizzati a favorire l’ingerenza della malavita locale sulla gestione dell’ente e dunque gli interessi criminali” e “l’ingerenza della criminalità organizzata nella vita amministrativa dell’ente ha trovato un puntuale riscontro, come prima già detto, anche nell’ambito dell’assegnazione degli appalti per lavori e servizi pubblici”.

Inoltre è emerso come “l’operato del Russo si è dimostrato colposamente deficitario, non avendo attivato i dovuti controlli sulle attività dei propri assessori, tanto più necessari nella degradata condizione in cui versava l’apparato organizzativo ed amministrativo dell’ente. Emblematica risulta sul punto la ripetuta, costante e sistematica ingerenza di imprese riconducibili alla criminalità organizzata nel settore delle onoranze funebre, altro ambito nel quale era ed è ricorrente la pervasiva azione delle consorterie criminali”.

Ciò è bastato per rigettare il reclamo di Aurelio Russo che quindi non potrà candidarsi alle prossime elezioni comunali che si terranno nel paese a nord di Napoli nella primavera del 2022. Attualmente il Comune di Sant’Antimo è guidato da una triade commissariale che ha dichiarato anche il dissesto finanziario a conferma della mala gestione politica avuta negli ultimi anni.

Si ringrazia il collega Francesco Saverio Petito per la stesura dei passaggi della Sentenza che potete leggere qui

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