NAPOLI – Secondo i dati Arpac, sono già 11 le città della Campania che ad inizio settembre hanno superato, secondo le rilevazioni di almeno una centralina, il limite di polveri sottili previsto da Legambiente.
Secondo l’associazione ambientalista tale soglia dovrebbe sforare i 50 microgrammi per metro cubo di PM10 giornaliera durante un periodo di tempo di 35 giorni nell’anno solare
QUALI SONO LE CITTA’ MAGGIORMENTE INQUINATE?
Come già attestato gli anni successi, l’inquinamento da polveri sottili colpiscono soprattutto la provincia di Napoli: la maglia nera con il record di sforamenti è per San Vitaliano con 87 sforamenti; segue Pomigliano D’ Arco con 70 giorni di sforamento e Volla con 68. Le altre città fuorilegge sono Aversa(51);Acerra(49); Nocera Inferiore(45); Casoria(45); Portici(43); Avellino(39); Napoli(35).
I dati sono stati riportati nel dossier Legambiente “Mal’aria 2021 edizione speciale – I costi dell’immobilismo”, nell’ambito della campagna Clean Cities, nel quale l’associazione segnala i ritardi nell’applicazione dei provvedimenti di emergenza e dei piani di risanamento dell’aria, sia da parte del Governo che delle principali Regioni italiane.
PROBLEMATICHE CORRELATE E RIFLESSIONI
L’Italia è, quindi, davanti a un bivio: pagare una multa miliardaria per inadempienza alla Commissione Europea, stimata da 1.5 a 2.3 miliardi di euro, oppure agire efficacemente e con urgenza per ridurre l’inquinamento delle nostre città.
“Per il nostro Paese- denuncia Mariateresa Imparato, presidente regionale di Legambiente- è l’ora di uscire dalla logica dell’emergenza e delle scuse che ha caratterizzato gli ultimi decenni fatti di piani, parole, promesse – quasi sempre disattese – e scuse per non prendere decisioni, anche impopolari, per cambiare faccia alle nostre città e abitudini alle persone. Prima dell’estate abbiamo inviato ad ai sindaci dei comuni fuorilegge una lettera dove li sollecitiamo a mettere in campo delle azioni per contrastare il fenomeno perchè le chiacchiere stanno zero mentre il Pm10 ancora no.”
L presidente usa parole dure: “Un argomento complesso come l’inquinamento atmosferico deve essere affrontato in maniera trasversale e integrata da più punti di vista. Le azioni da introdurre devono essere efficaci, incisive e durature per poter cominciare ad invertire la rotta. Nella generalità, nell’ambiente urbano i due settori che incidono maggiormente sono la mobilità e il riscaldamento domestico, ma in alcune città l’inquinamento industriale o l’agricoltura hanno una notevole incidenza. Un cambio di paradigma è quanto mai necessario sicuramente a partire da questi settori.
Il paradosso è sotto gli occhi di tutti: da un lato si continua ad inaugurare treni nuovi mentre negli stessi giorni la Vesuviana e Linea1 registrano disservizi e annullamento di corse mentre a Napoli una manutenzione straordinaria della Galleria Vittoria, arteria fondamentale della città, si trasforma in lavori lumaca con la chiusura per un anno e non si vede ancora un traguardo per gli utenti e cittadini.”
LE PROPOSTE DI LEGAMBIENTE
Nell’ambiente urbano i due settori che incidono maggiormente sul tasso di inquinamento sono la mobilità e il riscaldamento domestico, ma in alcune città l’inquinamento industriale o l’agricoltura hanno una notevole incidenza. Per accelerare la transizione ecologica e avviare l’Italia “verso l’inquinamento zero”, per l’associazione sarà fondamentale realizzare insieme sia provvedimenti urgenti che riforme e opere strutturali. In particolare, tra i provvedimenti urgenti proposti emergono le seguenti proposte:
– sul tema della mobilità, va limitata la circolazione dei veicoli più inquinanti, i bonus e gli incentivi rottamazione all’acquisto di auto a combustione e introdotti limiti di velocità per inquinamento su strade e autostrade;
– in campo agricolo, l’associazione chiede il divieto di spandimento liquami in campo senza copertura immediata;
– per quanto riguarda il riscaldamento, è necessario lo stop progressivo all’uso del gasolio entro settembre 2022 nelle città inquinate, lo stop immediato a incentivi fiscali o conto termico e il divieto installazione di stufe a legna o biomasse sotto le 5 stelle. Inoltre, l’associazione sostiene e promuove l’uso delle tecnologie innovative, a partire dalle pompe di calore.