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POLITICA

Una lettera da parte di uno studente napoletano: sconvolge tutti

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Matteo un ragazzo napoletano e studente del liceo di indirizzo classico specializzato in Francese scrive una lunga e dettagliata lettera sui deficit dell’anno scolastico che sta per iniziare

La lettera si apre con questa introduzione: Sono uno studente di un liceo di indirizzo classico con specializzazione in francese, che nel corso degli anni ha maturato una certa capacità di analisi oggettiva e di discussione critica e ha imparato a applicarle anche all’attualità: dall’interno del mio mondo, quello scolastico, ho avuto modo nel tempo di osservare i punti forti e quelli deficitari del sistema scolastico italiano in generale e, soprattutto, quelli della realtà che stiamo vivendo in questi anni. In virtù di quanto detto, e consapevole anche delle difficoltà politiche che emergono nell’affrontare una fase emergenziale come quella attuale, Vi scrivo questa lettera per testimoniarvi le mie preoccupazioni, e quelle di molti altri studenti, in vista del prossimo anno scolastico.

Poi continua col dire: Noi studenti ci apprestiamo a iniziare ancora una volta l’anno senza alcuna certezza, con molti dubbi e in una situazione evidentemente difficile e di motivata incertezza generale. È chiaro che l’orientamento, chiaramente condivisibile, del Governo sia quello di scongiurare l’incondizionato ricorso alla didattica a distanza, favorendo invece il pieno ritorno a regime in classe, ma viene da chiedersi come tutto questo possa essere messo in atto quando le linee guida fino ad ora giunte sono poco delucidanti e i dati, ad esempio quello sulla vaccinazione, mostrino un preoccupante ritardo nella fascia “giovanile”, tra l’altro quella più esposta al contagio e alla sua diffusione, come confermato anche dalle parole del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Brusaferro.

Prosegue dicendo: Nel dettaglio, nella fascia 12-19 risulta coperto con due dosi solo il 31%, percentuale scarsa, seppur condizionata in parte dal fatto che i ragazzi sono in qualche maniera sottoposti alle decisioni genitoriali. Si tratta di numeri preoccupanti per quanto riguarda la circolazione del virus – problema che non può essere risolto con il solo obbligo vaccinale per i docenti, i quali costituiscono una parte minima dell’ecosistema scolastico – anche in virtù dell’annoso problema delle classi pollaio: solo nella mia scuola ci sono una decina di classi di oltre trenta studenti e non credo che la situazione vada migliorando con le classi formate per l’anno prossimo.

Con questo mi ricollego al nodo relativo al distanziamento, la cui attuazione è derogata ai presidi. In primo luogo derogare una misura così importante significa far passare il messaggio che, in fin dei conti, questa non sia così necessaria – ma perché allora non abolirla rendendo meno gravoso il compito degli istituti? -, secondariamente anche alla luce di quanto detto in precedenza, in molte scuole, compresa la mia, il distanziamento non può essere pienamente garantito, non lo è stato del tutto l’anno scorso, e non lo sarà quest’anno. Non può esserlo anche in virtù di edifici molto vecchi e non studiati per classi così numerose, situazione impossibile da modificare con semplici interventi di adattamento edilizio.

Altro problema è quello concernente i trasporti. Io vivo con questo disagio dal mio primo anno di scuola, a fronte di una situazione che è rimasta immutata negli anni e, anzi, è andata peggiorando nel corso del tempo. In città sono in funzione – problematica – sei treni, con dei tempi di attesa che raggiungono frequentemente i venti minuti e un sovraffollamento pericoloso già in tempi normali, figurarsi durante una pandemia. L’entrata in funzione dei nuovi treni slitta da mesi e probabilmente a settembre i convogli rimarranno quelli attuali. L’anno passato per ovviare a questo problema si era fatto ricorso alla possibilità di scaglionare gli orari, senza rendersi conto del grande disagio che si è creato a numerosissime famiglie e agli stessi studenti, sottoposti a una routine tutta nuova e ancora più pressante, soprattutto per chi, come me, la cui scuola ha adottato la settimana breve.

Questi sono solo alcuni dei problemi strettamente tecnici; altri sarebbero quelli relativi ad esempio alla quarantena dei docenti e delle classi, al tracciamento, all’assunzione di cibo in classe, purtroppo non sono minori gli aspetti critici sul piano scolastico.

Poche settimane addietro sono state rese pubbliche le date della maturità 2022: io affronterò la maturità a giugno e non posso mancare di far notare i numerosi punti deboli di quest’ultima. Parto dal punto più grave: come si può chiedere ad un ragazzo che per due anni – quelli del triennio – ha vissuto la scuola prioritariamente in digitale, senza poter prendere confidenza con gli scritti, di affrontare le prove scritte? Forse non ci si rende conto della parte di preparazione, oltre che di programma, persa in questo biennio. È difficile spiegare il seguente dato senza pensare che sia frutto di un’opera di propaganda politica

Continua dicendo: Appare quantomeno improbabile riuscire a recuperare i programmi persi in un anno – per giunta l’ultimo – e allo stesso tempo prepararsi in maniera lampo a delle prove con cui fino ad ora non si ha avuto modo di approcciare. La situazione è facilmente esemplificabile con la mia esperienza personale: come detto io sono uno studente del classico con specializzazione in francese, ciò significa che oltre allo scritto di italiano, sosterrò la prova comparata di latino e greco, la prova scritta di francese e la prova scritta di storia in francese: a causa della pandemia e della didattica a distanza la mia classe, come molte, ha potuto tradurre poco e non ha idea di quella che sarà la prova finale e non ha avuto modo di studiare le prove in lingua francese, importanti per conseguire il diploma francese. È scoraggiante per uno studente che già ha vissuto due anni difficile, cominciare l’ultimo anno con la prospettiva di partire, in vista dell’esame, con un deficit di due anni.

Il problema è chiaramente didattico e riguarda anche i docenti che si ritrovano in una situazione indubbiamente difficile, portati a scegliere tra il recupero e la prosecuzione del programma, o lo studio delle nuove prove, danneggiando in entrambi i casi noi studenti. Inoltre, non va dimenticata neppure la scarsezza di personale docente: alcune classi inizieranno l’anno scolastico scoperte in alcune discipline cardine. Come si può affrontare una maturità completa in questa situazione? Sarebbe più giusto concludere questo triennio particolare con un esame proporzionato alle difficoltà incontrate, ed iniziare, già da ora, a pensare all’anno seguente, quando, si spera, la situazione si sarà quasi definitivamente calmata.

E infine Conclude la sua lettera con queste parole: La realtà che appare evidente a noi studenti è che il Governo, e la politica tutta, dopo aver lasciato la scuola per anni all’ultimo posto, voglia strumentalizzarla per testimoniare un ritorno alla normalità che, nei fatti, ad oggi è impossibile. Io, come studente, non mi sento e non voglio essere la bandierina sventolata dal Governo per poter dire “Ce l’abbiamo fatta”, quando nella realtà non è così. Dietro un esame c’è un lungo percorso scolastico che ha visto numerose esperienze di vita, amicizie, competenze, sacrifici, gratificazioni, vittorie e sconfitte: tutto questo non può e non deve essere sacrificato all’altare del ritorno alla normalità, perché, per uno studente, sarebbe tutto fuorché normale.https://0ecf3a22c0dc40dac311af5fcdc80927.safeframe.googlesyndication.com/safeframe/1-0-38/html/container.html

La speranza è che chi di dovere, invece di impuntarsi alla ricerca di soluzione ambigue o quanto meno fantasiose, possa testare con mano la realtà della scuola e rendersi conto dei numerosi problemi, e possa mettere da parte le questioni di principio affrontando il nodo scuola nel merito e con cognizione di causa, nell’interesse di tutti.

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Politica

Nomine Ue, il Pd: “Auguri a Raffaele Fitto, ma noi mai con i nazionalisti”

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Il responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano, nell’Aula della Camera ha augurato buon lavoro a Raffaele Fitto in Ue rimarcando al contempo che “nessuna apertura politica ci potrà essere per noi in quella commissione a nazionalismi in Ue”.

Provenzano ha quindi invitato ad un “approfondimento” politico su quanto affermato da Fitto, sostenendo che “i toni trionfalistici di Foti (il capogruppo di FdI alla Camera che aveva parlato di vittoria dell’Italia e di Meloni, ndr) sono “smentiti”.

“In audizione Fitto ha contraddetto tutte le posizioni politiche portate avanti da questa maggioranza” affermando “l’impegno a perseguire l’interesse europeo non solo secondo i trattati ma anche secondo le linee guida presentate a luglio da von der Leyen” per esempio nella “difesa del green deal da possibili arretramenti”, ha aggiunto.

“Nell augurare buon lavoro a Fitto con l’auspicio che” faccia “il commissario europeo” in modo “migliore” di come ha fatto “il ministro, ritengo che tutti insieme – e il Pd lo farà – dovremo impegnarci pertanto a provare a portare avanti un processo di integrazione”, ha affermato il dem. 

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Dal Mondo

Corte penale internazionale: mandato di arresto internazionale per Netanyahu per ‘crimini di guerra’

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La Camera preliminare I della Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Benyamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant nell’ambito della guerra a Gaza “per crimini contro l’umanità e crimini di guerra” commessi almeno dall’8 ottobre 2023 fino ad almeno il 20 maggio 2024, giorno in cui la Procura ha depositato le domande di mandato di arresto”, riferisce una nota parlando di “un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile di Gaza”.

La Camera preliminare I della Corte penale internazionale “ha emesso all’unanimità un mandato di arresto per Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri, comunemente noto come Deif”, il capo militare di Hamas che Israele ritiene di aver ucciso in un bombardamento sulla Striscia di Gaza lo scorso luglio.

Lo si legge in una nota della Corte la quale spiega che, dopo ulteriori richieste di informazioni a Israele e Palestina, la Camera preliminare “non è in grado di stabilire se Deif sia stato ucciso e sia ancora in vita”. Pertanto, ha emesso il presente mandato d’arresto contro Deif “per presunti crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi sul territorio dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina almeno dal 7 ottobre 2023”. La nota ricorda inoltre che la Procura aveva chiesto anche l’arresto di “altri due importanti leader di Hamas, vale a dire Ismail Haniyeh e Yahya Sinwar”, ma le richieste sono state ritirate “dopo la conferma della loro morte”. “L’accusa – prosegue la nota – continua a indagare sui crimini nel conflitto in corso e prevede che verranno presentate ulteriori domande di mandato d’arresto”.

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Attualità

Il nuovo Codice della strada è legge: come cambiano regole e sanzioni

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Il nuovo Codice della Strada è legge. Entrerà in vigore nelle prossime settimane, dopo la promulgazione del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Ma intanto il testo ottiene il via libera del Senato, dopo quello della Camera del 27 marzo scorso.

Cavallo di battaglia del vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, il rinnovato CdS aggiorna le regole approvate nel 1992 con una serie di novità, che vanno dalla stretta alla guida sotto effetto di alcol e droghe a quella sull’uso dei telefoni in auto, passando per i nuovi limiti di velocità o ai neopatentati, ma non solo.

GUIDA IN STATO DI EBREZZA:
– se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 g/l si riceve una sanzione tra 573 e 2170 euro, con la sospensione della patente da 3 a 6 mesi.
– se il tasso alcolemico è compreso tra 0,8 e 1,5 g/l si è puniti con la doppia sanzione, detentiva e pecuniaria, con la sospensione della patente da 6 mesi a 1 anno.
– se il tasso alcolemico è superiore a 1,5 g/l la contravvenzione è punita con una sanzione detentiva e pecuniaria e sospensione della patente da 1 a 2 anni.

CELLULARI:
– la sanzione per chi guida con lo smartphone andrà da un minimo di 250 euro a un massimo di 1000 euro.
– la sospensione della patente può arrivare a tre mesi e si aggiunge la decurtazione da 8 a 10 punti.
– mini sospensione automatica della patente per chi viene sorpreso al volante con lo smartphone in mano.

DROGHE, VELOCITÀ E ANIMALI:
– per chi risulterà positivo ai test anti-droga scatterà la revoca della patente e la sospensione di tre anni
– sanzione da 173 a 694 euro a chiunque superi di oltre 10 km/h e di non oltre 40 km/h i limiti massimi di velocità
– revoca e sospensione della patente da sei mesi ad un anno per chi abbandona gli animali in strada. Inoltre si rischiano fino a sette anni di carcere se questo causa un incidente con morti e feriti.

MONOPATTINI:
devono essere dotati di assicurazione, targa e frecce, ed è obbligatorio l’uso del casco. Inoltre, si potrà circolare con i monopattini solo sulle strade urbane con limiti sotto i 50 km/h e non più sulle piste ciclabili e nelle isole pedonali.

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