Sono scattate le manette per il latitante vicino alla Camorra Giuseppe Savino. L’arresto è avvenuto la sera di lunedì 16 agosto in un ristorante a Santa Severa, paese sul litorale romano: l’operazione è stata eseguita dagli uomini della sesta sezione sul Contrasto al crimine diffuso della Squadra mobile della Questura di Roma.
Da tempo Savino, uomo vicino a clan camorristici operanti nella zona di Napoli Orientale nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, era nel mirino degli investigatori.
Da quando il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli aveva emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Napoli. L’accusa è di riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita ed altri reati finanziari.
Secondo quanto sostenuto dagli inquirenti e come si legge in una nota della Questura di Roma, Savino nel tempo aveva messo a segno importanti operazioni finanziarie per riciclare denaro proveniente da attività illegale.
Nel dettaglio, il latitante guadagnava dalla commercializzazione di carburanti tramite alcune società “cartiere” create ad hoc. Tutte società intestate a prestanomi e tutte utilizzate all’unico fine di delinquere. A svelare tutto e portare avanti le indagini è stata la Squadra mobile di Napoli e dalla guardia di finanza di Casalnuovo di Napoli.
Giuseppe Savino è stato avvicinato dagli agenti che gli hanno chiesto i documenti, tutti risultati falsi. Sono così subito scattate le manette per il reato di possesso di documenti falsi validi per l’espatrio. Per questo reato dovrà chiarire tutto davanti ai giudici del Tribunale di Civitavecchia dove verrà sentito per direttissima.