All’esito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un provvedimento di confisca di beni del valore di 1,3 milioni di euro emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), nei confronti delle figlie del defunto Giordano Ciro, alias “Ciruzzo a Varchetella”.
Giordano avrebbe avuto un ruolo di prim’ordine nello scenario criminale campano in quanto, già dagli anni ’80, avrebbe gestito le ingenti somme di denaro delle maggiori organizzazioni camorristiche utilizzando, per la movimentazione dello stesso, i propri conti personali.
Le indagini di natura economico-finanziaria svolte dagli specialisti del G.I.C.O. hanno permesso di accertare che, in un limitato arco temporale, i conti del Giordano si sono arricchiti di oltre 6 miliardi di vecchie lire (la ricostruzione parte dagli anni ’80). Nello stesso tempo sarebbe stata anche rilevata l’emissione di assegni per importi elevati a favore di esponenti di spicco di clan della camorra, quali Angelo Nuvoletta, Lorenzo Nuvoletta, Pupetta Maresca, Pasquale Zaza, Vincenzo Agizza e Antonio Agizza.
Il legame trasversale con i maggiori sodalizi criminali campani, quali i clan dei “Casalesi”, “Contini” e altre organizzazioni criminali ricomprese nella c.d. “Alleanza di Secondigliano”, se da un lato gli avrebbe consentito di gestire enormi somme di denaro destinate all’usura e al riciclaggio, dall’altro sarebbe risultato deleterio per la famiglia Giordano, raggiunta nel periodo dal 1987 al 2001 da diversi sequestri, uno dei quali consentì la confisca di oltre 30 miliardi di lire custoditi presso banche italiane e svizzere.
Le confische in esecuzione oggi sono giunte al termine di attività investigative che hanno determinato diversi provvedimenti cautelari a carico di soggetti molto vicini al Giordano, spingendolo a spogliarsi formalmente delle ricchezze residue, successivamente intestate alle figlie sotto forma di investimenti e polizze.
In particolare, le indagini svolte hanno fatto emergere la totale incapienza patrimoniale dei componenti del nucleo familiare del Giordano Ciro, per assenza di fonti lecite di guadagno in grado di giustificare il valore economico del patrimonio accumulato nel tempo.