Un 61enne appassionato di volo amatoriale di droni è finito nei guai: li faceva volare ad alta quota ostacolando le rotte aeree di linea.
L’uomo è stato denunciato per attentato alla sicurezza dei trasporti. Il 61 esperto di droni è stato identificato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Procura della Repubblica di Tivoli.
Il 61enne, che anima una frequentatissima pagina Facebook di appassionati degli “aeromobili a pilotaggio remoto”, pubblicava immagini e filmati del suo velivolo mentre era impegnato in manovre ad altitudini superiori ai 2mila metri di altezza. Ma il limite massimo consentito dalla normativa è di 120 metri sul livello del suolo.
A quelle altezze, infatti, al di sopra di aree aeroportuali, i droni rischiano di incrociare le rotte degli aerei di linea, mettendo così a repentaglio la sicurezza dei trasporti pubblici, degli equipaggi e dei passeggeri a bordo.
Le attività della Polizia Postale si sono concentrate sulla pagina Facebook dopo le segnalazioni di alcuni cittadini e di un pilota professionista, che si presentava popolata da numerose immagini e video, postate da vari utenti, nei quali erano ripresi droni in volo oltre i limiti di altitudine consentiti, droni in sorvolo su centri abitati, su parchi, aree protette e, soprattutto, al di sopra di zone aeroportuali.
Le indagini degli esperti del CNAIPIC (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche) della Polizia Postale hanno permesso di ricostruire le tracce informatiche lasciate da immagini, filmati e piattaforme social, consentendo in breve tempo, attraverso approfondite analisi ed incroci di dati, con la preziosa collaborazione dei tecnici dell’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) di giungere all’identificazione del più attivo tra gli utenti della pagina, autore persino di un filmato che riprendeva il suo drone in volo sopra il centro storico di Roma, in prossimità di un aereo di linea.
La perquisizione a carico del soggetto, disposta dalla Procura della Repubblica di Tivoli, ha permesso agli investigatori del CNAIPIC di sequestrare, oltre ai suoi droni, anche il filmato che ritraeva il volo abusivo sul centro della Capitale, insieme ad altri video per complessive centinaia di ore di volo illegali.
Le tracce informatiche, di creazione e geolocalizzazione, del filmato rinvenuto, hanno permesso alla polizia postale di stabilire che il volo sui celi della Capitale, riconducibile all’indagato, era avvenuto al di sopra dell’altitudine massima consentita ed in condizioni per cui era impossibile che il pilota potesse mantenere, come la legge prescrive, il necessario l’aggancio visivo con il drone.
Il responsabile dovrà ora rispondere del reato di attentato alla sicurezza dei trasporti.