Arrestato questa mattina a Parigi Maurizio Di Marzio, l’ultimo ex terrorista, per cui l’Italia chiede l’estradizione. In particolare, il nome di Di Marzio, è legato all’attentato di Enzo Retrosi, dirigente dell’Ufficio Provinciale del Collocamento di Roma, perpetrato nel 1981, oltre al sequestro del vice-capo della Digos della Capitale Nicola Simone, il 6 gennaio del 1982.
“Un brigatista travestito da postino, con divisa e blocchetto delle ricevute in mano, bussò verso le 15″, così titolava il quotidiano L’Unità una settimana dopo. Secondo una prima ricostruzione, Simone guardò prima attraverso lo spioncino e poi aprì, avendo in pugno la sua 38 Special, poiché non si fidava. A quel punto, il terrorista, avrebbe sparato contro il funzionario di Polizia, che ebbe comunque la forza di reagire facendo esplodere due colpi al suo indirizzo.
Tuttavia, stando alla nuova versione, altri componenti del Commando BR, erano appostati sul pianerottolo e avrebbero cercato di aggredire la vittima, per immobilizzarlo e rapinarlo. Allora, il vice-capo della Digos, avrebbe aperto il fuoco per primo, ferendo con due colpi uno dei terroristi, per poi cadere a terra ferito a sua volta da tre proiettili al volto.