Nuova crepa nella maxi inchiesta che intanto doveva infliggere duri colpi ai Clan di Napoli est. Giuseppe Savino avrebbe venduto beni illeciti per oltre due milioni di euro, una pesante accusa di riciclaggio decaduta al riesame. Il tribunale accogliendo le argomentazioni di Savino fatte dall’abile avvocato Leopoldo Perone annulla la sua ordinanza revocando le misure cautelari per il carcere.
Secondo l’accusa di Giuseppe Savino punta di spicco dei Formicola, intratteneva affari con altri due soggetti che sono Salvatore Fido e Maurizio Donadeo. Gli inquirenti della Dda – fermo restando che i due indagati avevano la presunzione di innocenza fino la condanna definitiva – affermano che i 7 avevano attuato un sistema per evadere le imposte ed evitare l’individuazione della provenienza dei proventi della vendita di carburanti.
Alla base della frattura tra il clan dei Formicola e i Silenzio c’è una questione di soldi in cui i primi litigi sorgono quando Assunta dei Formicola racconta alla madre che l’ex marito voleva dei soldi se no si sarebbe arrabbiato, così la madre Maria Domizio le risponde con ironia dicendole “la potrebbero sparare i fratelli del marito” e nelle intercezioni la Formicola racconta che la mamma dei Silenzio volevano risolvere la situazione dopo la scarcerazione.
In un’altra intercettazione racconta le preoccupazioni di Antonio Silenzio in relazione ad una futura scarcerazione del padre Francesco, lo stesso evidentemente informato circa il tenore di vita sostenuto dal figlio pretende che gli siano corrisposte somme di denaro più elevate e più idonee ai guadagni familiari. Con la scarcerazione di Silenzio infatti, nel mese di dicembre 2017, si ha la rottura definitiva.
La famiglia Formicola viene allontanata dal Bronx. Dopo una serie di scorrerie armate nel quartiere poi nel gennaio del 2018 viene uccisa Annamaria Palmieri ‘Nino D’Angelo’, donna di fiducia dei Domizio e dei Formicola.
