Mancano i fondi per completare il restauro della Chiesa di San Nicola alla Carità a Napoli e il parroco, padre Mario Rega, chiede aiuto al presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, per avere sostegno nella convinzione che il richiamo al Santo venerato anche nella Chiesa ortodossa possa avere buon esito sul piano concreto.
“Ho sollecitato nel tempo diverse istituzioni italiane affinché fossero erogate le risorse necessarie per completare il restauro della Chiesa, opere avviate agli inizi del 2018 dopo la scoperta di lesioni importanti nella struttura della chiesa che è un vero e proprio scrigno di opere d’arte poiché in essa sono racchiusi lavori del Solimene, del De Matteis, del De Mura, dello scultore N.Fumo e di molti altri grandi esponenti della cultura artistica e figurativa napoletana, uno scrigno che contiene, naturalmente, raffigurazioni pittoriche e statue di San Nicola” ha detto padre Mario all’ANSA.
Finora il sacerdote, responsabile da decenni della parrocchia di Via Toledo che è di proprietà della Congregazione dei Pii Operai Catechisti Rurali (Missionari Ardorini), ha fatto ricorso al sostegno dei fedeli e alle sue personali risorse (la pensione), “ma ora sono costretto a dare lo stop agli interventi di restauro bloccando le attività dei giovani restauratori Laura Alfano, Emanuela Bonazza, Gaetano Carannante e Raffaella Marzano e delle ditte Di Palma e Saccardo, i quali tutti con abnegazione hanno proseguito nel lavoro. In ogni caso, gli impegni economici vanno rispettati“.
Continuando “Essendo la Chiesa di proprietà della Congregazione, ho chiesto aiuto ai miei superiori, che sono intervenuti per quanto possibile al fine di non sottrarre risorse alle missioni in luoghi lontani, come India, Colombia, Tanzania. Ho chiesto aiuto ad alcune istituzioni ma non hanno risposto oppure hanno affermato che è un onere della sola Congregazione i cui membri, ricordo, sono dediti all’assistenza sociale e religiosa delle popolazioni rurali e della gioventù. E’ giusto che la Congregazione debba intervenire in primis ma l’arte e ciò che essa rappresenta appartiene a tutti”.
Affermando poi “Esiste un valore immateriale dei monumenti, una parola che racchiude in sé un significato che va ben oltre il senso della mera proprietà: ‘monumentum’ dal verbo latino ‘monere’ cioè ricordare…“.
Il sacerdote, nell’aprile scorso, ha scritto lettere al presidente della Giunta regionale, al presidente dell’Enit, alla Fondazione Banco di Napoli, come, in tempi precedenti, si era rivolto al Ministero per i Beni Culturali e al Comune.
Concludendo “Finora non ho avuto riscontri concreti. La Curia mi ha sostenuto come poteva. La Sovrintendenza ci ha sempre agevolato. E i tecnici intervenuti, per quanto possibile, lo hanno fatto gratuitamente. Ma è giunto il momento di fare qualcosa in più: ecco perché chiedo al Presidente Putin di aiutarmi nel nome di San Nicola. So che il leader della Federazione Russa è molto attento al culto di San Nicola, nel suo Paese e nelle altre parti del mondo. Ecco, Napoli rappresenta un piccolo tassello di una fede che unisce differenti visioni religiose, che accomuna e va oltre gli steccati“.