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Nazionale

Giuseppe Conte: “Non posso impegnarmi solo col cuore quando la testa suggerisce che è sbagliato”

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L’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, si è espresso nel pomeriggio di oggi, lunedì 28 giugno, nel corso di una conferenza stampa a Roma, al Tempio di Adriano, in merito alla questione del Movimento Cinque Stelle.

Dopo giorni di polemiche è finalmente emersa anche la versione di Conte: “Il 4 febbraio uscii da Palazzo Chigi e rilasciai alcune dichiarazioni pubbliche. In quell’occasione lanciai un appello perchè tutte le forze politiche che sostenevano il governo uscente sostenessero il governo Draghi. In quell’occasione mi venne spontaneo rilasciare una dichiarazione rivolta agli amici M5s: io ci sono e ci sarò. Fu una naturale manifestazione di affetto e riconoscenza per la reciproca fiducia e lealtà“.

Pochi giorni dopo Beppe Grillo mi chiese di diventare leader politico del M5s. Poi mi invitò a partecipare a un incontro il 28 febbraio per discutere del mio ingresso nel movimento. In quell’occasione rifiutai ritenendo che un mio ingresso a freddo non ratificato dalla base del M5s fosse privo di una legittimazione solida. Rifiutai di entrare subito nel Movimento che da alcuni mesi sta attraversando parecchie difficoltà. Si avverte la forte mancanza di una leadership solida, molti nodi si trascinano da anni e durante il confronto all’Hotel Forum fui molto schietto. Già in questa prima occasione ho anticipato una serie di innovazioni necessarie” ha affermato l’ex Presidente.

Ci siamo lasciati con il mio impegno ad elaborare un progetto di riforma del Movimento ed ho iniziato a lavorare per una sfida complessa e stimolante. In questi mesi ho letto e studiato tanto, ho fatto tantissimi incontri, ho dato l’indirizzo di posta elettronica e questa casella si è riempita di proposte la cui nota comune è stata quella di mantenere le radici ma di rinnovare allo stesso tempo il Movimento” ha spiegato Conte, in merito al primo incontro ufficiale con Beppe Grillo.

Spiegando poi “Nell’approssimarsi dell’appuntamento per il rilancio del Movimento sono emerse con Beppe Grillo alcune difficoltà. Innanzitutto io credo che non abbia senso imbiancare una casa che necessita di una profonda ristrutturazione. La mia franchezza non nasconde arroganza piuttosto esprime l’affetto che io ho per il Movimento che mi spinge a parlar chiaro. Io non riesco a impegnarmi in un progetto in cui non credo: non posso impegnarmi solo col cuore se poi la mia testa mi suggerisce che è sbagliato“.

“Questo è il momento in cui l’intera comunità Cinque Stelle deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Il mio l’ho fatto ho elaborato anche uno statuto che preservi la piena facoltà politica del leader di turno, chiunque esso sia. Ho previsto una carta dei principi e dei valori che andrà condivisa. Ho avuto uno scambio di mail molto fitte con Grillo. Molte richieste le ho accolte altre non posso accoglierle. Devo ringraziare Vito Crimi. Consegnerò questi documenti domani mattina a Beppe Grillo e Vito Crimi. Sono pronto e credo che il Movimento debba ripartire piu forte di prima” ha spegato l’ex Presidente del Consiglio, illustrando quanto sia fondamentale fare delle modifiche affinchè il Movimento possa ripartire e facendo presente che nella mattinata di domani tutti i documenti saranno pubblici.

Affermando poi “A Beppe dico che non ne faccio una questione personeale e non ho mai chiesto le sue pubbliche scuse. Per fortuna ho il senso dell’ironia e so rispondere a tono. Lui sa bene il grande rispetti che provo per lui ma non possono esserci ambuiguità: spetta a lui decidere se lasciar crescere la sua creatura in autonomia o essere un padre padrone. Per lui ci sarà sempre il ruolo di garante. Una forza politica che ambisce a guidare il paese non può affidarsi ad una leadership dimezzata, occorre una leadership forte“.

In ogni caso il prestanome non potrei mai essere io. Il Movimento ha bisogno di una salda base di legittimazione democratica, ha bisogno di forza e coerenza per coltivare un dialogo chiaro con il territorio. I poteri del leader saranno anche minori di quelli previsti dall’attuale statuto. Considero questo le necessarie premesse per gestire un’organizzaione complessa. Non basata una telefonata a distanza con frammenti di informazioni: bisogna assicurare che da questa organizzazione complessa scaturisca una linea politica coerenta. E’ chiaro che queste dinamiche devono essere funzionali per i cittadini” ha detto Conte, facendo anche riferimento alla telefonata tra lui e Grillo di cui si è tanto parlato.

“All’intera comuinità Cinque Stelle chiedo di partecipare alla valutazione sincera di questa proposta. Da parte mia non mia accontenterò di una risicata maggioranza perchè per partire forte bisogna essere convinti e avere entusiasmo. A queste consdizioni ci metterò tutta l’anima. Mi auguro che gli organi competenti attivino quanto prima ciò che ho detto. Chi mi conosce sa che io non ho doppie agende, non ho nel cassetto pronto alcun piano B” ha continuato l’ex Premier, rispondendo alle domande di alcuni giornalisti presenti.

E a chi gli ha chiesto del possibile piano B e di come dovessero continuare le cose in caso di rottura con il Movimento ha risposto “Come ho sempre detto dall’inizio, il destino personale di Giuseppe Conte non deve preoccupare nessuno, solo Giuseppe Conte“.

In merito al rapporto con l’attuale Governo Draghi ha poi spiegato “Da subito ho cercato di favorire il Governo Draghi: il piano presentato è una grande opportunità per tutti. Non dobbiamo essere egoisti. Dobbiamo lavorare anche per le generazioni future”.

Gli è stata poi posta una domanda su Di Maio e sul riferimento precedente che lui ha fatto ad un plausibile prestanome “Io non ho detto che i leader che si sono fin qui succeduti sono stati prestanome. Di Maio nel 2018 ha portato il Movimento a un grande successo. Fin qui il Movimento ha avuto solo un garante e un leader politico, ora bisogna organizzarsi meglio, anche sul territorio. Credo e sono convinto che Beppe Grillo rimanga in questo progetto e faccia parte di esso“.

In merito agli obiettivi già presentati e al suo appoggio a Napoli e in Calabria ai rispettivi candidati ha poi spiegato: “Penso al patto per Napoli dove con Letta e Speranza abbiamo delineato la figura di Manfredi. E’ un progetto forte in sè che andrà avanti. Così come mi sono impegnato in Calabria individuando la candidata Maria Antonietta Ventura. Andrò nei territori anche da semplice cittadino. Cercando di far comprendere a questi ultimi l’importanza dei singoli progetti per loro stessi“.

Concludendo “Non mi basta la fiducia, confido nell’entusiasmo di Grillo in questo progetto. La comunità del Movimento Cinque Stelle ha voglia di partire forte e dobbiamo mettere un punto fermo. Il Movimento Cinque Stelle, come ho già detto, è nello schieramento si dsinistra. Ma il compito della politica seria è proporre qualcosa di più credibile e solido rispetto alla destra. Con il PD si continuerà a collaborare“.

Dopo giorni di polemiche e di tensioni intestine all’interno del Movimento, l’ex premier ha così ricostruito gli eventi degli ultimi mesi e annunciato la sua posizione.

Nazionale

Autonomia Differenziata. Rossella Sessa FI: “Bene il lavoro del Senatore Silvestro su livelli LEP”

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ROMA – “Le dichiarazioni del Senatore Franco Silvestro, Presidente della Commissione Bicamerale Affari Regionali, sull’impegno per la individuazione delle risorse necessarie a garantire, in ogni territorio, livelli di assistenza minimi, nell’ambito del piano per l’Autonomia Differenziata, sono la migliore garanzia per tutti i cittadini, in modo particolare quelli delle Regioni meridionali, a cominciare dalla Campania, dove la pessima gestione del sistema sanitario, a livello regionale, ha messo in discussione il sacrosanto Diritto alla Salute. Il tour che i rappresentanti della Commissione, a breve, inizieranno in tutta Italia, compresa la Campania, è la conferma di una grande sensibilità da parte dell’attuale maggioranza di Governo nei confronti del tema della Sanità.”
E’ quanto dichiara Rossella Sessa, già parlamentare e Responsabile Regionale di FI per disabilità e disagio. 
In questo senso Forza Italia, con i suoi Ministri e Parlamentari, insieme a tutta la maggioranza di Governo, sta attuando una politica che va nella direzione dell’uguaglianza di trattamento su tutti i territori, eliminando gli errori commessi, a livello locale, in modo particolare all’interno delle Regioni, da chi si è preoccupato solo di criticare e mai di costruire un corretto rapporto istituzionale.

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Nazionale

Infrastrutture. Il senatore Franco Silvestro (FI) elogia Salvini: “Uomo di Garanzia”

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“Le parole del ministro Salvini, che oggi ha risposto in Senato ad un’interrogazione di Forza Italia, sulla necessità di garantire al più presto la completa viabilità della strada statale 562 denominata Mingardina nel Cilento vanno nella direzione da noi auspicata. Si tratta infatti di un’arteria stradale, chiusa forzatamente per la messa in sicurezza e riaperta dopo 5 mesi a corsia alternata, che costituisce l’accesso principale a Marina di Camerota ed è utilizzata dai turisti e dai residenti per raggiungere gli ospedali e i plessi scolastici di Vallo della Lucania e Sapri, oltre ad essere la via di fuga principale nel piano di protezione civile comunale vigente. Le continue dispute tra il Comune di Camerota, la Soprintendenza di Salerno e l’Ente Parco nazionale del Cilento, alle quali assistiamo da mesi, non fanno altro che rallentare le attività di messa in sicurezza e di riapertura. Siamo convinti che il ministro Salvini sia la persona giusta per intervenirepresso gli enti preposti, così come ci ha assicurato, per appianare queste controversie nell’esclusivo interesse dei cittadini”. Lo ha detto in Aula il senatore di Forza Italia, Francesco Silvestro, intervenendo in replica al question time con il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

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Napoli

Elezioni Politiche. Napoli si conferma una nazione a parte. Nel resto d’Italia vince il centrodestra a Napoli il M5S

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NAPOLI – In gergo, noi napoletani, quando andiamo all’estero siamo soliti dire: “Nun ce sta niente a fa, c’avimma sempre distinguere” ed è vero. Napoli è una piccola nazione nella nazione. Siamo la terza repubblica all’interno dello stivale dopo San Marino e Città del Vaticano e lo dimostrano i risultati delle ultime elezioni politiche.

Mentre il resto d’Italia si tinge di blu, ai napoletani invece piace il giallo, quello dell’assistenzialismo, del pressapochismo, della sprovvedutezza, del precariato della politica e dell’incompetenza.

Mentre gli italiani portano agli onori della cronaca politica Giorgia Meloni col suo 26,06% nella coalizione di centrodestra vincitrice di queste elezioni col 43,87%, a Napoli si registra la vittoria del Movimento 5 stelle col 41,36% facendo registrare sette dei nove seggi uninominali assegnati al partito di Conte.

Una visione della politica in controtendenza da sempre quella dei napoletani, che da sempre con le proprie scelte relegano la propria città ai margini della società.

Adesso sarà bello vedere, magari con la guida di Giorgia Meloni chissà, come si comporterà il futuro governo di centrodestra, nei confronti della città di Napoli, che non solo non ha preferito il programma dei conservatori italiani ma che presenta pure un’Amministrazione targata PD.

Purtroppo a farla da padrona nella vecchia capitale del Regno di Napoli è ancora quel sentimento personalistico che consente ad ogni singolo individuo di pensare prima e solo ai propri interessi. Per intenderci, il sentimento del “si salvi chi può”.

Ed è proprio quel sentimento, basato sulla voglia di tutelare e rinforzare i sussidi del Reddito di Cittadinanza che ha permesso al partito di Conte di far entrare in Parlamento gente semianalfabeta che pone la nostra città ai margini della futura agenda politica.

Si miei cari lettori, avete letto bene: semianalfabeti.

Perché chi ha votato il M5S in realtà non conosceva affatto i personaggi che questa legge elettorale balorda ha consentito di far eleggere. Una legge che ai partiti tradizionali, almeno a Napoli, gli si è ritorta contro.

E ora!? Ora i napoletani non hanno più alcun alibi. Se le cose, in questa città, per i prossimi cinque anni, non andranno secondo i loro desideri, a partire dalla conferma del Reddito di Cittadinanza, sarà solo ed esclusivamente colpa loro.

D’altronde è da un mese che non si fa altro che dire che Giorgia Meloni, una volta eletta, si batterà affinché sarà abolita la misura del Reddito di Cittadinanza e con Conte, oramai relegato all’opposizione, quali garanzie avranno i percettori? Nessuna. Ecco perché la cosa utile da fare è sempre quella di informarsi sulla vita politica del proprio Paese e non alzarsi dalla sedia solo quando si deve votare, scegliendo, tra l’altro, sempre quello che fa più comodo a se stessi.

Purtroppo per Napoli e per i napoletani l’aforisma che recita: “Il livello culturale della politica che amministra un Paese è di pari livello a quello di chi lo elegge” non è mai stato così attuale.

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