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Cronaca

Chiedono un passaggio per sfuggire ad una rissa: coppia di adolescenti uccisa da un finto poliziotto

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Un uomo ha ucciso due adolescenti fingendosi un ufficiale di polizia che voleva offrire loro aiuto.

Elwood Robinson, 48 anni, è stato condannato per la morte del 19enne William Hughes e del 16enne Jeremy Stewart, avvenuta nel 2018.

L’uomo stava guidando il suo camion a Linwood, in Florida, quando un adolescente lo ha fermato e ha chiesto un passaggio. Il 48enne si è identificato come ufficiale di polizia, aprendo lo sportello del veicolo al ragazzo.

Il 19enne ha detto di essere scappato da un falò per evitare una rissa. Robinson ha promesso di risolvere la situazione, fingendo di chiamare la polizia. L’uomo ha poi fermato un altro ragazzino che fuggiva dal falò in spiaggia per gli stessi motivi.

Anche con lui si è finto un poliziotto pronto ad aiutare, ma quest’ultimo è fuggito, forse spaventato all’idea di aver incontrato un agente, dando così il via a un inseguimento in piena regola. Robinson lo ha seguito fino a perderne ogni traccia. Ha deciso poi di tornare sul luogo del falò finito male. Lì lo ha aspettato nella speranza che tornasse sui suoi passi per recuperare l’auto. Il 16enne alla fine è tornato accompagnato da una donna e qui è stato ucciso a sangue freddo con alcuni colpi di revolver.

Subito dopo, il killer ha intimato alla donna di costringere l’altro 19enne fuori dalla vettura, facendolo inginocchiare con le mani dietro la testa. Robinson ha puntato contro di lui l’arma e lo ha ucciso.

Subito dopo ha sparato contro la donna che aveva accompagnato una delle due vittime nel parcheggio, ferendola al collo, al braccio e a una mano. La donna è riuscita a fuggire e a chiamare la polizia, mentre il killer ha cercato di far perdere ogni sua traccia.

Catturato, è stato portato in carcere e condannato per i due omicidi. I giudici lo hanno condannato anche per percosse e minacce. Non sono chiari i motivi del gesto che secondo gli agenti sarebbe stato dettato solo dalla voglia di uccidere.

Castellammare di Stabia

Castellammare di Stabia, 30 genitori aggrediscono maestra: ora insegnante indagata

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È stata iscritta nel registro degli indagati la docente di sostegno aggredita la scorsa settimana da un gruppo di circa trenta genitori presso la scuola Salvati di Castellammare di Stabia. Si tratta di un «atto dovuto» da parte della procura, come riportato dal quotidiano Metropolis, per permettere accertamenti sul cellulare dell’insegnante, sequestrato dopo la denuncia di cinque genitori. Questi ultimi hanno riferito agli investigatori dell’esistenza di una chat tra la docente e alcuni alunni, in cui sarebbero stati condivisi audio e video con contenuti a sfondo sessuale.

Continua anche l’inchiesta riguardante la spedizione punitiva organizzata da diversi genitori, avvenuta presso la scuola del quartiere Scanzano. Durante l’incidente, oltre alla docente, è rimasto ferito anche il padre dell’insegnante, intervenuto per difendere la figlia.

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Cronaca

Scampia, scoperto deposito abusivo di rifiuti con oltre 40 elettrodomestici

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Nell’ambito delle attività di contrasto al fenomeno dell’illecito abbandono e gestione illecita dei rifiuti, personale Polizia Locale Unità Operativa Scampia, in via Anna Maria Ortese, ha scoperto un deposito illecito di Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) dove erano stati illecitamente stoccati 43 grandi elettrodomestici come lavatrici, caldaie, televisori, forni.

Sul posto è stato sorpreso un 39enne napoletano intento ad asportare varie parti elettriche e ferrose. La Polizia Locale ha provveduto al sequestro penale dell’area, di proprietà comunale, ove erano stati stoccati i rifiuti e a deferire all’autorità giudiziaria il trentanovenne per i reati di gestione illecita di rifiuti e invasione di suolo pubblico.

Nel corso della stessa operazione sono stati sanzionati con una multa da 51,64 euro due soggetti che conferivano rifiuti domestici fuori orario ed in contenitori non idonei.

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Cronaca

Torre del Greco, denuncia marito violento e fa scoprire giro d’usura

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Una donna ha denunciato le violenze subite dal marito, portando alla scoperta di un usuraio seriale a Torre del Greco. Un uomo di Torre Annunziata è stato arrestato con diciotto capi d’imputazione, di cui quindici per usura, due per estorsione e uno per possesso di armi. I carabinieri della stazione di Boscoreale lo hanno colto in flagrante mentre, insieme al nipote, riscuoteva 300 euro in interessi da una delle sue vittime.

Le indagini sono iniziate dopo la denuncia della donna, che ha rivelato come il compagno fosse frustrato dai debiti accumulati con usurai. I carabinieri hanno così avviato un monitoraggio, riuscendo a identificare l’usuraio tramite intercettazioni telefoniche. È emerso che l’uomo aveva rapporti con almeno sette vittime, a cui chiedeva mensilmente somme tra 100 e 500 euro.

Le intercettazioni hanno rivelato la pressione esercitata dall’indagato sulle vittime, che includeva minacce e intimidazioni. Le dichiarazioni delle vittime hanno confermato le accuse e svelato il modus operandi dell’usuraio, che sfruttava la vulnerabilità di commercianti in difficoltà. Dopo l’arresto, i carabinieri hanno perquisito l’abitazione dell’uomo e un suo terreno, trovando circa 20.000 euro in contante, gioielli, orologi di valore e un’arma da fuoco illegalmente detenuta.

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