Pasquale Cristiano, ritenuto dagli inquirenti il capobastone del clan 167, ottenuto dai giudici il permesso di lasciare i domiciliari per partecipare alla Prima Comunione del figlio, si è recato in chiesa in una fiammante Ferrari decapottabile.
Come riporta “Il Mattino”, dietro di lui, una Lamborghini, guidata dal capozona di Frattamaggiore, che apriva un corteo di Suv e auto di grossa cilindrata.
I carabinieri della compagnia di Casoria e quelli della locale tenenza hanno inviato un dettagliato rapporto sia alla Direzione Distrettuale Antimafia che alla Procura di Napoli Nord, competente per territorio, per le valutazioni e gli eventuali provvedimenti del caso.
A denunciare l’accaduto sono stati il senatore Sandro Ruotolo e il presidente del Pd di Napoli, Paolo Mancuso.
“Bisogna di nuovo accendere i riflettori su Arzano perchè nonostante gli sforzi dello stato per ripristinare la legalità, la camorra lancia segnali pericolosi alla cittadinanza: ‘noi ci siamo’. L’ultimo inquietante episodio sarebbe accaduto domenica scorsa” si legge in una nota congiunta.
Alla festa di Comunione i pregiudicati si sono infatti presentati in Ferrari e Lamborghini. Un messaggio chiaro e diretto.
Nonostante sia indagato dalla magistratura come boss degli Amato-Pagano ad Arzano, citato tra l’altro nell’ultima ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere 31 persone a Melito e da un anno agli arresti domiciliari, ha potuto usufruire di un permesso per partecipare alla celebrazione in chiesa in occasione della comunione del figlio.
“L’uomo, alla guida di una Ferrari in corteo con una Lamborghini, guidata dal presunto capozona di Frattamaggiore e accompagnato da altre auto di grossa cilindrata avrebbe scorazzato rumorosamente per oltre mezz’ora per le strade della cittadina. Per agevolare il passaggio del corteo, i guardaspalle avrebbero bloccato gli incroci e fermato il normale traffico veicolare” hanno scritto Ruotolo e Mancuso.
“La magistratura, le forze dell’ordine, la prefettura ad Arzano stanno conducendo una battaglia durissima contro la camorra e la malapolitica. La pressione investigativa ha portato ad importanti risultati ma purtroppo c’è da constatare come il radicamento e la riproducibilità criminale fanno di Arzano un caso nazionale. Ricordiamo che il Comune si è sciolto per infiltrazioni della camorra per ben tre volte negli ultimi dieci anni” hanno concluso.
[Foto: Il Mattino]