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Brusca scarcerato. Di Matteo: ” Sciolse mio figlio nell’acido. Se lo dovessi incontrare…”

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“Conosceva bene Giuseppe, mio figlio, da bambino. Ci giocava insieme con la PlayStation. Eppure l’ha fatto sciogliere nell’acido. E questo orrore si paga in vent’anni? Io non posso piangere nemmeno su una tomba e lui lo immagino pronto a farsi una passeggiata davanti ad un caffè o al teatro Massimo di Palermo”

Sono le parole di Santino Di Matteo, anch’egli ex boss a Palermo, a cui venne prima strappato con l’inganno e poi ucciso e sciolto nell’acido (dopo giorni di prigionia e fame) il piccolo Giuseppe, a soli 13 anni perchè il papà aveva deciso di collaborare con la giustizia.

Gli artefici di tutto furono i fratelli Enzo e Giovanni Brusca, braccio destro e killer spietato del “capo dei capi” Toto Riina. Brusca, per chi non lo ricordasse, fu l’autore materiale della strage di Capaci, quando morirono il giudice Falcone, la moglie e gli agenti della scorta.

Oggi Brusca, dopo 25 anni, è tornato a piede libero, seppur ancora con qualche residua limitazione. Ha collaborato anch’egli con la giustizia per questo non gli fu dato l’ergastolo. Le sue rivelazioni sono state un tassello importante per ricostruire alcune vicende all’interno di Cosa Nostra restate all’oscuro per parecchio tempo e per riportare alla luce identità nascoste di alcune sue vittime. Circa 150 le persone ammazzate da “u verru” (il maiale), così tante che lo stesso Brusca dichiarò di non ricordarle tutte. Brusca ha rivelato particolari importanti, riguardante anche le trattative tra Stato e Mafia fatte all’epoca del terrorismo siciliano.

Ma Santino Di Matteo, da una località segreta, ha voluto far sentire la sua voce, commentando con dolore e disprezzo la scarcerazione dell’assassino di suo figlio : “U verru, cioè il maiale, come chiamavano Brusca, conosceva Giuseppe, mio figlio, da bambino. Mi auguro di non incontrarlo mai, come chiedo al Signore. Se dovesse succedere, non so che cosa potrebbe accadere

Poi continua : “Io vado a testimoniare ai processi per dire quello che so. Ma a che cosa serve se poi lo stesso Stato si lascia fregare da un imbroglione, da un depistatore?”. Ha poi aggiunto: ″Non trovo le parole per spiegare la mia amarezza. A chi devo dirlo? È passato meno di un anno da quando avevano liberato un carceriere di mio figlio, a Ganci, il paesino delle Madonie, uno dei posti del calvario. Ma la verità è che tutti i sorveglianti e gli aguzzini della mia creatura sono liberi. Tutti a casa. E ora va a casa pure il capo che organizzò e decise tutto. Lo stesso boia di Capaci. Si può dire boia? Lo posso dire io?

Di Matteo ha poi concluso: “La legge non può essere uguale per questa gente. Brusca non merita niente. Oltre mio figlio, ha pure ucciso una ragazza incinta di 23 anni, Antonella Bonomo, dopo avere torturato il fidanzato. Strangolata, senza motivo, senza che sapesse niente di affari e cosacce loro. Questa gente non fa parte dell’umanità”.

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