Il Senato ha approvato l’autorizzazione all’utilizzo di sei intercettazioni telefoniche del senatore Luigi Cesaro, su richiesta del Tribunale di Napoli. I sì sono stati 156 e i no 47. La richiesta, riguardava l’autorizzazione di 21 telefonate effettuate tra il 2016 e il 2017, ma prima la Giunta e poi l’Aula hanno autorizzato l’utilizzo di sole sei comunicazioni, che sarebbero le conversazioni di un parlamentare captate casualmente. La richiesta del Tribunale di Napoli riguarda un’inchiesta per voto di scambio, in cui è indagato lo stesso Cesaro.
A tal proposito, l’avvocato Alfonso Furgiuele, legale del senatore Cesaro, si è così espresso:
“Sono soltanto sei su ventotto le intercettazioni che il Senato, ha ritenuto utilizzabili nel procedimento a carico del senatore Cesaro. Tutte le altre non erano ‘occasionali’, cioè sono state acquisite nella consapevolezza di intercettare un parlamentare senza l’autorizzazione della camera di appartenenza. Dunque in violazione dell’articolo 68 della Costituzione e perciò non hanno valore probatorio”. La decisione del Senato, sgretola l’impianto accusatorio imbastito dai PM nei confronti del senatore, basato prevalentemente sulle conversazioni illegalmente captate. Del resto, sia i PM sia il Gip, avevano subordinato all’utilizzabilità delle conversazioni ogni valutazione sull’azione penale”.
Poi conclude: “In seguito al provvedimento del Senato pare dunque ben difficile che i pm possano ancora sostenere l’accusa, sulla base del limitatissimo materiale probatorio utilizzabile“.