E’ arrivato il rinvio a giudizio per gli 007 egiziani, il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi e Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati a vario titolo di sequestro di persona pluriaggravato, concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate per l’omicidio di Giulio Regeni.
Il Gup di Roma Pierluigi Balestrieri ha respinto l’eccezione dei quattro difensori per l’assenza degli imputati sostenendo che non potevano non sapere di essere coinvolti nell’indagine.
Dunque, secondo il giudice, si sarebbero sottratti «volontariamente» al processo essendo «un fatto notorio» vista la «copertura mediatica capillare e straordinaria».
In aula erano presenti i genitori di Giulio Paola Deffendi e Claudio Regeni accompagnati dal loro legale l’avvocato Alessandra Ballerini.
Il processo è stato fissato per il prossimo 14 ottobre davanti alla Corte d’Assise di Roma.
Andranno dunque a processo i quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati del sequestro, delle torture e dell’omicidio di Giulio Regeni, il cui corpo venne ritrovato privo di vita e con evidenti segni di tortura lungo la strada che collega Il Cairo ad Alessandria il 3 febbraio del 2016, nove giorni dopo il suo sequestro avvenuto il 25 gennaio.
Tre nuovi testimoni hanno accusato gli 007 egiziani dell’uccisione del giovane ricercatore friulano. La svolta nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma è arrivata ad aprile.
Con le tre nuove testimonianze raccolte dagli inquirenti sono diventati otto i testimoni che accusano in modo ritenuto dai pm italiani “chiaro e credibile” gli agenti della National security egiziana di essere gli autori del sequestro, delle sevizie e della morte di Regeni.