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Italia in giallo. I colori delle Regioni secondo la nuova ordinanza di Speranza

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Dalla prossima settimana tutta Italia entrerà in zona gialla, a eccezione della Valle d’Aosta che resterà in zona arancione.

Come ogni venerdì, sulla base del report dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute relativo all’andamento epidemiologico della pandemia di Coronavirus, il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà in giornata la nuova ordinanza, che entrerà in vigore a partire da lunedì 17 maggio e che definirà i nuovi colori delle regioni.

Un passaggio in attesa delle nuove “linee guida” e della ridefinizione dei parametri che il governo discuterà a margine della riunione della cabina di regia convocata per lunedì 17 dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Il premier ha già fatto capire che la linea rimarrà la stessa: massima prudenza e nessuno spostamento del coprifuoco, che forse subirà lo slittamento di un’ora a partire dal 24 maggio.

Lunedì verrà definita la data della ripartenza del settore dei matrimoni (verso il 15 giugno) e dei centri commerciali nel fine settimana.

La Valle d’Aosta, da lunedì 17 maggio, sarà l’unica regione italiana a essere in zona arancione, mentre tutte le altre aree si tingeranno di giallo.

Le uniche regioni che, a ieri, avevano un’incidenza superiore ai 150 casi per 100mila abitanti (che probabilmente con i prossimi criteri sarà la soglia per finire in arancione) sono la Valle d’Aosta (165) e la Campania (sul filo a 153).  Il resto delle regioni ha indicatori da zona gialla.

Nel prossimo provvedimento del governo potrebbero esserci novità per quanto riguarda il monitoraggio dei contagi e il calcolo del rischio.

L’indice Rt verrà infatti sostituito con quello ospedaliero: come spiega l’agenzia Ansa, l’esecutivo punta a renderlo operativo già per il monitoraggio di venerdì 21 maggio, nonostante resti attivo il calcolo basato sull’Rt che sarà utile a rendere tempestive misure di contenimento locali.

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A Napoli la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre

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Nella solennità di San Francesco di Paola, patrono della “Gente di Mare”, nella omonima Basilica Pontificia di Napoli, in piazza del Plebiscito, a Napoli, si è tenuta la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre, di terra, di cielo e del mare.

Numerosa la partecipazione di autorità civili e militari, tra cui il Viceprefetto di Napoli, Dario Annunziata, dell’Ammiraglio Ispettore della Marina Militare Pierpaolo Budri, del presidente dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Napoli Antonio Varriale.

È stata deposta una corona in memoria dei caduti a cura dell’Anmi, mentre il Presidente della Delegazione Provinciale dell’Oncsc Alfredo Migliaccio ha ribadito lo spirito di cooperazione tra le componenti associative d’arma, che rendono viva la memoria di chi ha combattuto per garantire la nostra stessa esistenza.

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Effetto dazi sulle Borse mondiali: “rischio di recessione per l’economia mondiale”

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I dazi di Trump “liberano l’America” ma fanno crollare i mercati, da Parigi (-3%) a Wall Street (-2,76%), con il Nasdaq in calo di oltre il 4%.

Milano lascia sul campo il 2,8%. Francoforte il 2%, Londra l’1,43%, favorita da tariffe più leggere rispetto agli altri Paesi, e Madrid l’1,23%. Il crollo del greggio (Wti -7% a 66,67 dollari al barile) e le tariffe commerciali sull’acciaio frenano Tenaris (-8,22%), Saipem (-6,86%), Prysmian (-5,08%), Antofagasta (-7,25%) e Anglo American (-6,44%).

“Le prospettive per l’export e l’impatto diretto e indiretto dei dazi sono un grosso motivo di preoccupazione“. Lo si legge nel resoconto (minute) della riunione della Bce del 5 e 6 marzo, che dà conto anche dei dubbi dei Governatori sul segnale da dare sui tassi d’interesse: i membri del Consiglio direttivo giudicavano “importante” che la comunicazione non dia un segnale in alcuna direzione in vista del meeting di aprile, “tenendo sul tavolo sia un taglio dei tassi che una pausa, in funzione dei dati in arrivo”.


(fonte: Ansa)

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Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

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Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

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