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“Assunzioni clientelari? Solo fango”: la difesa del Sindaco di Napoli sotto attacco

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Il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, con un lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook si è difeso dall’accusa che gli è stata mossa ovvero di essere “colpevole” di aver effettuato delle assunzioni clientelari e che tre nuovi assunti nella Città Metropolitana di Napoli siano non proprio “casualmente” provenienti dalla regione nella quale il Sindaco si è candidato per le prossime regionali, cioè la Calabria.

Apprendo dalla stampa di un vile attacco politico nei miei confronti da parte di chi è stato già sconfitto politicamente a Napoli ed ha tanta paura della rivoluzione calabrese e di una ulteriore sconfitta a Napoli. Spiace che anche chi avrebbe dovuto verificare i fatti abbia propalato allusioni di chiaro contenuto diffamatorio. Viene insinuato che in Città Metropolitana si siano assunti dei Calabresi per sostenere la mia campagna elettorale. Indegno e falso.Tale insinuazione viene fatta col metodo caro ai vigliacchi, di coloro che cercano di insinuare senza dire con chiarezza per paura di esporsi ad una denuncia per diffamazione” ha esordito il primo cittadino.

«Non c’è alcuna irregolarità amministrativa ma colpisce molto…» Possono essere sicure queste persone e chi ha diffuso tali infamanti notizie senza verificarne le fonti, che salvaguarderò l’onorabilità mia e dell’Amministrazione che rappresento-che ha gestito in modo corretto tutta la procedura che non ha tra l’altro alcun mio indirizzo politico -e che saranno chiamati a risarcire il danno prodotto. Potrà confortarli sapere che i soldi che riceverò saranno devoluti tutti a favore delle persone fragili che oggi lottano per la sopravvivenza” ha continuato il candidato alla presidenza della Regione Calabria.

Spiegando poi “Veniamo ai fatti: la Città Metropolitana di Napoli ha approvato nel 2020, quando nessuna campagna elettorale in Calabria era nemmeno astrattamente ipotizzabile, un piano di fabbisogno del personale che prevedeva l’assunzione di 60 persone. Per velocizzare tale iter si scelse di attingere inizialmente dalle graduatorie della Regione Campania che nel frattempo aveva indetto un grande concorso (pur di rafforzare rapidamente gli uffici che dirigo). Purtroppo la procedura della Regione ha avuto i problemi che tutti conosciamo, motivo per cui si è deciso di attingere dalle graduatorie esistenti presso tutti gli enti pubblici in Italia secondo un principio oggettivo: l’anzianità delle graduatorie. Coloro che fossero stati interessati ad aderire al bando pubblico della Città metropolitana, potevano presentare istanza. Gli uffici del personale hanno stilato una graduatoria applicando il principio dell’anzianità delle graduatorie e si è proceduto a pubblicare l’esito della selezione“.

Affermando poi “Hanno partecipato candidati provenienti da graduatorie di 71 enti pubblici italiani: ASL, ordini dei commercialisti, università, province e comuni; le Regioni della Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Sicilia, Lazio ed anche della Calabria. Che il primo assunto, uno su tanti, provenga da quest’ultima regione è dovuto al fatto che questa era la graduatoria più anziana. Seguiranno assunzioni anche da tutte le altre zone geografiche“.

Precisando “Chi mi diffama, infanga quindi anche l’onorabilità dei calabresi come se non dovessero avere diritti rispetto ad altri. Precisato come si è articolato il procedimento amministrativo, mi preme aggiungere ulteriori precisazioni: il Comune di Montalto Uffugo in provincia di Cosenza da cui si è attinto, pur avendo dato i natali a Tansi (circostanza che apprendo solo ora), ha una amministrazione di centro-destra, non certo riconducibile alla mia area politica“.

Concludendo “Voglio precisare a coloro che tentano di infangare la mia storia personale di lotta per la legalità, anche a scapito della mia vita professionale, che i miei atti amministrativi sono sempre pubblici e consultabili. Se questo è il metodo con cui ci vogliono ostacolare è l’evidente segnale che hanno paura, che il loro tempo è definitivamente finito. Noi siamo onesti e il fango come sempre tornerà sui vostri corpi“.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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