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Class action per i danni economici a commercianti e professionisti: l’iniziativa

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La Confederazione Imprese e Professioni di Napoli, che associa commercianti, imprenditori, ristoratori e professionisti sta lanciando una class action per chiedere al governo i danni sui costi che hanno dovuto sostenere in questo anno di chiusura.

I ristori previsti coprono più o meno il 4% del fatturato mensile (una cifra palesemente ridicola), che non tiene conto dei costi fissi che si stanno accumulando di mese in mese. Le manifestazioni di piazza non servono a nulla, per cui si è deciso di agire per vie legali. Non è giusto che lo stato chiuda le aziende senza fornire poi i mezzi per superare il periodo di fermo, tanto più che lo Stato e gli enti locali stanno continuando a chiedere agli esercenti il pagamento delle tasse (le cartelle rottamate sono relative agli anni passati, tutti i tributi attuali sono pretesi comunque) e nulla è stato pensato per i fitti: molti negozi/ristoranti si trovano oggi a fare i conti con gli sfratti per morosità.

Si prevede che al 30 giugno saranno costrette a chiudere tantissime attività, per non parlare del grosso problema delle infiltrazioni della malavita nella gestione economica del tessuto imprenditoriale di tutto il paese. L’ iniziativa é dedicata anche ai codici ATECO che sono stati “dimenticati” nei precedenti decreti e a quelle aziende che hanno già chiuso o dichiarato fallimento. Chi non ha la possibilità di affrontare le spese potrà avvalersi del gratuito patrocinio. La nostra speranza é che la class action serva a risvegliare l’attenzione dello Stato sulle partite iva, che da Conte a Draghi continuano a essere invisibili. La class action napoletana ha avuto adesioni da tutte le regioni d’ Italia e in pochi giorni ha raccolto più di 500 iscritti.

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A Napoli la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre

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Nella solennità di San Francesco di Paola, patrono della “Gente di Mare”, nella omonima Basilica Pontificia di Napoli, in piazza del Plebiscito, a Napoli, si è tenuta la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre, di terra, di cielo e del mare.

Numerosa la partecipazione di autorità civili e militari, tra cui il Viceprefetto di Napoli, Dario Annunziata, dell’Ammiraglio Ispettore della Marina Militare Pierpaolo Budri, del presidente dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Napoli Antonio Varriale.

È stata deposta una corona in memoria dei caduti a cura dell’Anmi, mentre il Presidente della Delegazione Provinciale dell’Oncsc Alfredo Migliaccio ha ribadito lo spirito di cooperazione tra le componenti associative d’arma, che rendono viva la memoria di chi ha combattuto per garantire la nostra stessa esistenza.

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Effetto dazi sulle Borse mondiali: “rischio di recessione per l’economia mondiale”

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I dazi di Trump “liberano l’America” ma fanno crollare i mercati, da Parigi (-3%) a Wall Street (-2,76%), con il Nasdaq in calo di oltre il 4%.

Milano lascia sul campo il 2,8%. Francoforte il 2%, Londra l’1,43%, favorita da tariffe più leggere rispetto agli altri Paesi, e Madrid l’1,23%. Il crollo del greggio (Wti -7% a 66,67 dollari al barile) e le tariffe commerciali sull’acciaio frenano Tenaris (-8,22%), Saipem (-6,86%), Prysmian (-5,08%), Antofagasta (-7,25%) e Anglo American (-6,44%).

“Le prospettive per l’export e l’impatto diretto e indiretto dei dazi sono un grosso motivo di preoccupazione“. Lo si legge nel resoconto (minute) della riunione della Bce del 5 e 6 marzo, che dà conto anche dei dubbi dei Governatori sul segnale da dare sui tassi d’interesse: i membri del Consiglio direttivo giudicavano “importante” che la comunicazione non dia un segnale in alcuna direzione in vista del meeting di aprile, “tenendo sul tavolo sia un taglio dei tassi che una pausa, in funzione dei dati in arrivo”.


(fonte: Ansa)

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Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

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Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

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