Si attende la cabina di regia tra Palazzo Chigi e Cts ma senza un’accelerazione delle somministrazioni dei vaccini e un raffreddamento della curva epidemiologica, difficilmente le misure saranno allentate.
Dopo la zona rossa di Pasqua, il grande miraggio è il ritorno della zona gialla, sospesa dal governo Draghi a fine marzo.
L’ultimo decreto Covid ha esteso le restrizioni fino al 30 aprile, ma in questi giorni si sta discutendo l’ipotesi di anticipare il ritorno ai tre colori già dal 20. A decidere, anche stavolta, saranno i dati settimanali del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità sui vari indici regionali, che arriveranno al premier giovedì. Solo se saranno incoraggianti, trapela da palazzo Chigi, allora verrà convocata la cabina di regia con il Comitato tecnico scientifico (Cts) per valutare le riaperture.
Oltre ai numeri del contagio, un indicatore importante sarebbe quello delle vaccinazioni: secondo il Corriere della Sera il giallo potrebbe essere una conquista anticipata per i territori che si sono dimostrati efficienti sul fronte della campagna vaccinale.
In quel caso, date le più aggiornate disposizioni, si potrebbero riaprire i ristoranti a pranzo e i bar fino alle 18, ma anche i musei nei giorni non festivi e si potrebbe tornare a parlare di far ripartire teatri e cinema.
Nonostante le pressioni delle Regioni, tuttavia, per il premier Mario Draghi sarebbe un discorso «molto prematuro» .