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La Polizia Penitenziaria rinviene in carcere 6 telefonini con ricarica solare: i dettagli

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La Polizia Penitenziaria del carcere di Secondigliano, ha rinvenuto nella giornata di ieri, sei micro telefonini nascosti con molta accuratezza. A tal proposito, il segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo, si è così espresso: “Bravi sicuramente i colleghi nella scoperta che testimonia, ancora una volta, la professionalità e la dedizione che da sempre contraddistingue la Polizia Penitenziaria. La particolarità, che abbiamo premura oggi di evidenziare, è che i cellulari ritrovati presentano piccole batterie a carica solare che senza dubbio dimostrano quanto le tecnologie atte ad eludere il sistema e le norme progrediscono, divenendo sempre più all’avanguardia, mentre le risposte dello Stato a tali comportamenti criminali sempre più inefficaci nel tempo. L’introduzione della norma, che prevede una vera e propria configurazione di reato nell’ipotesi in cui si introduce o si tenti di introdurre un telefono in carcere, sebbene punisce sia chi dall’esterno cerca di introdurre il telefono sia il detenuto che lo detiene, evidentemente non basta a scoraggiare l’effettiva messa in atto di questi comportamenti criminali, rendendo necessario inasprire severamente le pene ed aumentare, nel contempo, la spesa di strumenti tecnologici volti al ritrovamento.”

Da tempo sostengo che per i criminali è una consuetudine diffusa impartire ordini con i telefonini e che le carceri siano ormai divenute luogo di ristoro sicuro. Il tempo del buonismo deve finire: è ora che la politica, anziché continuare nello smantellamento del 41bis in sfregio e doppia beffa delle vittime e dei familiari delle vittime, dia risposte sicure in merito a tutte le disfunzioni del sistema carcerario”, ha poi concluso.


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