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Napoli

Federico II. La nuova foto del Buco Nero: “non l’avevamo mai visto così”

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Due anni fa era già diventato una ‘star’ con i suoi scatti su tutti i media, ma ora il buco nero al centro della galassia M87 è stato fotografato come non l’abbiamo mai visto prima, fornendo una miriade di informazioni agli scienziati.

La collaborazione scientifica Eht-Event Horizon Telescope, che nel 2019 aveva pubblicato la prima ‘foto’ di un buco nero, è infatti riuscita ora a realizzare una nuova rappresentazione dell’enorme oggetto astrofisico al centro della galassia M87: si tratta dell’immagine del buco nero come appare in luce polarizzata.

Si tratta della prima misura della polarizzazione della luce, fenomeno che indica la presenza di campi magnetici, in una regione che si trova praticamente sul ‘bordo’ di un buco nero, sul cosiddetto orizzonte degli eventi.

“Il risultato fornisce un contributo fondamentale” per spiegare come la galassia M87, che si trova a 55 milioni di anni luce di distanza da noi, emetta dal suo nucleo getti energetici di particelle.

Tutto è iniziato il 10 aprile del 2019 quando gli scienziati di Eht hanno mostrato al mondo la prima immagine in assoluto di un buco nero, una ‘foto’ che mostrava una struttura luminosa ad anello con una regione centrale scura: l’ombra del buco nero, appunto.

Da allora, il team ha ulteriormente approfondito l’analisi dei dati raccolti nel 2017 sull’oggetto astrofisico supermassiccio al cuore della galassia M87, riuscendo a osservare che una frazione significativa della luce attorno al buco nero di M87 è polarizzata.

Questo lavoro rappresenta una pietra miliare in questo campo perché, studiando la polarizzazione della luce, è possibile ricavare informazioni che permettono di comprendere meglio la fisica che sta dietro l’immagine del 2019” hanno affermato Infn, Inaf e Università Federico II di Napoli annunciando oggi i risultati della ricerca che ha coinvolto oltre 300 ricercatori di molteplici organizzazioni e università in tutto il mondo.

Da questo studio, infatti, si ricavano preziose informazioni, utili a comprendere il comportamento dei campi magnetici intorno ai buchi neri e i processi che, in queste regioni molto dense dello spazio, sono in grado di produrre getti così potenti da estendersi ben oltre la galassia.

La comprensione di questi campi magnetici è fondamentale, e nessuno era stato in grado di arrivare così vicino all’orizzonte degli eventi fino ad ora” spiega Mariafelicia De Laurentis, professore all’Università Federico II di Napoli e ricercatrice dell’Infn-Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, membro del Consiglio Scientifico di Eht e coordinatore del gruppo Gravitational Physics Input.

Continuando “Le nostre misurazioni forniscono prove dirette di questo fenomeno confermando decenni di lavoro teorico, risultando fondamentali anche a determinare quali parti del campo magnetico sono responsabili dei getti ad alta energia emessi dai buchi neri. Possiamo dire di aver aggiunto un’altra pagina alla fisica dei buchi neri“.

Questa nuova immagine in luce polarizzata è basata sugli stessi dati raccolti nel 2017, ma sono stati necessari anni di lavoro per sviluppare le complesse tecniche di analisi dei dati, e per validarle attraverso simulazioni” aggiunge Ciriaco Goddi, ricercatore presso le università olandesi di Nijmegen e Leiden e ricercatore associato all’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

Goddi ha evidenziato che “i potentissimi getti relativistici lanciati dai buchi neri supermassicci come quello al centro della galassia M87 sono stati studiati nel corso degli anni con diversi strumenti, incluso il telescopio spaziale Hubble, ma solo ora siamo riusciti ad ottenere una descrizione completa delle strutture di campo magnetico che li avvolgono“.

Gli scienziati hanno spiegato che “la luce diventa polarizzata quando passa attraverso determinati filtri: è ciò che accade, per esempio, quando attraversa le lenti degli occhiali da sole polarizzati, che perciò riducono i riflessi e l’abbagliamento e ci consentono di vedere meglio. Un fenomeno analogo accade quando la luce attraversa regioni molto calde dello spazio che sono pervase dai campi magnetici“.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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