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Cronaca

Pozzuoli. La camorra non si ferma: in fiamme auto e furgone del pentito

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La camorra non si ferma in provincia di Napoli: un furgone e un’auto sono stati distrutti dalle fiamme in ventiquattro ore.

E’ l’incubo della rappresaglia di camorra che ritorna dopo gli spari, le gambizzazioni e gli incendi al Rione Toiano, a Pozzuoli, contro i familiari del ras pentito Procolo Pagliuca costretti a lasciare la città.

La notte scorsa un mezzo utilizzato per il trasporto di prodotti ittici di proprietà di un 29enne di Pozzuoli, già noto alle forze dell’ordine, e nipote del nuovo collaboratore di giustizia Antonio D’Oriano, è stato dato alle fiamme a via Napoli, nel Rione Marocchini, da anni la roccaforte del clan Di Costanzo.

L’incendio, come riporta Il Mattino,  ha completamente distrutto la parte anteriore del veicolo che era parcheggiato nei pressi di una palazzina popolare all’interno della prima traversa Corso Umberto I, in prossimità dell’abitazione dell’uomo.

Sulla natura dolosa del rogo gli inquirenti non sembrano avere dubbi. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i poliziotti del commissariato di Pozzuoli. Il furgone è stato sottoposto a sequestro.

Il raid è avvenuto a poco più di due mesi dalla decisione di Antonio D’Oriano, 47enne di Monterusciello legato ai nuovi gruppi criminali emergenti nel quartiere, di collaborare con la giustizia.

Tempi e modalità che per analogie riconducono a quanto accaduto in estate dopo il pentimento di Procolo Pagliuca: in quell’occasione la prima avvisaglia arrivò con l’incendio dell’auto del suocero, avvenuto in via Campana nei pressi dell’abitazione uomo.

Ritorsioni, vendette trasversali e atti intimidatori con l’intento di mettere pressione ai collaboratori di giustizia che stanno facendo luce sugli ultimi anni di camorra in città, scenari in continua mutazione raccontati ai magistrati negli ultimi mesi da D’Oriano e da Genny Gaudino, quest’ultimo nipote del boss Gennaro Longobardi.

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Cronaca

Paura ad Aversa, rissa tra ragazzini in zona Seggio: i dettagli

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Episodio di violenza avvenuto ieri sera ad Aversa, dove si è consumata una rissa tra due gruppi di ragazzini.

Secondo le prime informazioni, il primo gruppo era in evidente stato di alterazione dovuto probabilmente all’alcol, quando si è incrociato con l’altro gruppo dando vita ad una rissa. Il motivo sarebbe la richiesta di una sigaretta da parte del primo gruppo, ma al rifiuto dell’altra banda si sarebbe scatenata una furiosa discussione con calci e pugni ai membri secondo gruppo.

Pertanto le vittime sono tutte minorenni e hanno sporto denuncia ai carabinieri per i fatti accaduti in zona Seggio. Indagini in corso per rintracciare i responsabili.

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Cronaca

Napoli, baby gang picchia a colpi di casco il titolare di un takeaway: la denuncia

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Era lo scorso 13 ottobre quando il titolare di un takeaway sito in piazza Monteoliveto a Napoli è stato aggredito e picchiato da quattro giovani.

Secondo le prime informazioni i quattro stavano consumando uno snack all’esterno del locale, quando gli si è avvicinato l’uomo per rimproverarli del troppo casino. A quel punto però, è nata una discussione sfociata ben presto in una rissa, con i quattro che hanno afferrato i caschi e colpito violentemente il malcapitato, che per difendersi ha usato come arma uno sgabello.

Pertanto, tale episodio è giunto all’attenzione del deputato Francesco Emilio Borrelli, che ha così commentato:

“Ancora una volta il cuore della città è teatro di violenze ad opera di baby-gang. L’ennesimo episodio che dimostra quanto questi ragazzini siano educati e pronti alla reazione violenta, spesso senza che vi siano reali motivi scatenanti, e motivati ad arrecare quanti più danni possibili agli avversari/vittime attraverso anche l’utilizzo di armi bianche, improvvisate o addirittura da fuoco. Più danni possibili vuol dire anche arrivare ad uccidere, come successo troppo spesso e come potrebbe ancora capitare se non si argina il fenomeno con misure preventive, con una riforma della giustizia minorile e con un programma sociale di rieducazione totale. Le strade sono sempre più in mano ai giovani criminali e in particolare il centro storico sta diventato invivibile e sempre più simile ai peggiori quartieri malfamati dei paesi del Terzo Mondo”.

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Cronaca

Blitz dei carabinieri tra Scalea, Cetraro e Ancona: sgominata rete di spaccio nel Cosentino

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Blitz dei carabinieri tra Scalea, Cetraro e Ancona, dove all’alba di stamane sono state eseguite quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti indagati.

Stando ad una prima ricostruzione è stata smantellata una presunta associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, dedita allo spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi comuni da sparo, nonché lesioni personali aggravate dal metodo mafioso.

Le indagini hanno consentito di accertare l’operatività a Scalea, nel Cosentino, di un sodalizio criminale dedito allo spaccio di stupefacenti di vario tipo, principalmente cocaina, che si riforniva di narcotico da due canali di approvvigionamento, uno napoletano, l’altro cetrarese.

Pertanto le acquisizioni investigative hanno permesso di ricostruire la dinamica di un’azione ritorsiva da parte dei membri del sodalizio ai danni di un soggetto che aveva assunto un comportamento evidentemente ritenuto oltraggioso nei confronti di alcuni indagati.

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