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Un lavoro spaziale. L’Esa apre le selezioni: cercasi astronauti

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L’Agenzia Spaziale Europea (Esa) ha annunciato le selezioni per assumere nuovi astronauti a partire dal 31 marzo 2021.

I nuovi assunti lavoreranno gomito a gomito con gli storici astronauti già in servizio, tra i quali Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti. 

Sono passati 12 anni dall’ultima selezione e i nuovi astronauti sono quelli che partiranno per la Luna e che tra una ventina d’anni metteranno piede su Marte: saranno ambasciatori dell’Europa nel mondo, anzi, nell’universo.

La figura dell’astronauta è molto cambiata negli ultimi cinquant’anni ma sostanzialmente essi sono da sempre e restano restano esploratori.

Alla fine della selezione i prescelti saranno quattro o sei. Nel 2008, l’anno dell’ultima selezione europea, le domande furono 8.413 ma solo il 16% erano donne.

L’obiettivo delle nuove assunzioni è senz’altro quello di ampliare le quote rosa ma la novità più importante sarà rappresentata dai “parastronauta”. Sono loro il più grande cambiamento: per la prima volta nella storia della civiltà spaziale, chi avrà gli indispensabili requisiti di istruzione e psicologici potrà accedere non “nonostante” ma in virtù di una disabilità fisica (statura o gravi deficit agli arti inferiori).

L’obiettivo, infatti, non è la perfezione dell’uomo ma migliorare un sistema che non accetta più di lasciare fuori grandi competenze ed intelligenze proprio dal luogo in cui più di tutto contano ingegno, prospettive originali e fantasia.

Non ci sono limiti d’età per la partecipazione, né discrimine di genere, orientamento sessuale, etnia o credo. Bisogna essere cittadini di uno stato membro dell’Esa o associato, avere una Laurea Magistrale (o superiore) in Scienze naturali, Matematica, Medicina, Ingegneria o Informatica. Avere almeno tre anni di esperienza e l’attestato da pilota collaudatore.

Bastano poi volontà, motivazione, passione e tenacia. Il processo di selezione è lungo e rigido, dura ben 18 mesi ma quello raggiunto è un traguardo importante. In fondo, come ha sostenuto Samantha Cristoforetti “La chiave è la tecnologia, nello spazio siamo tutti disabili”.

Più alti o più bassi, grassi o magri, con o senza una gamba, maschi o femmine, lassù si è tutti alieni. E poi come dice una famosissima frase di Luis Sepùlveda: “Vola solo chi osa farlo!“.

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