Mario Draghi sembrerebbe orientato a formare la sua nuova squadra di governo, sulle orme di qualità puramente tecniche. I nomi che vi andiamo a proporre sono ipotesi concrete, frutto però di una non collaborazione tra il premier incaricato e i partiti. L’unico con cui Draghi si è, finora, consultato sulla questione, è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
I due dovranno individuare i tre ministeri economici (Economia e Finanza, Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti), ai dicasteri degli Esteri, Interno, Difesa e Giustizia, per poi lasciare ai partiti gli altri dicasteri :dall’Ambiente alla Sanità, dall’Istruzione alle Pari opportunità.
Una delle figure centrali di ogni esecutivo è il sottosegretario a Palazzo Chigi. In pratica si tratta del braccio destro del presidente del Consiglio e deve per forza riscuotere della sua massima fiducia. I nomi che circolano sono tutti nell’ambito economico, personaggi di rilievo come Daniele Franco, direttore generale della Banca d’Italia, e Luisa Torchia, giurista e allieva di Sabino Cassese e Massimo Severo Giannini. Occhio anche a Luigi Carbone, oggi capo di gabinetto al Ministero dell’Economia.
Al Viminale, nel segno della continuità voluta da Mattarella, potrebbe essere confermata l’uscente Luciana Lamorgese. Un altro nome autorevole che circola è quello del prefetto Lamberto Giannini, super esperto di terrorismo.
Al lato Esteri, lo sfondo dettato sarà “europeista” e “atlantista”, ecco perchè al momento il nome più accreditato sembra essere quello di Elisabetta Belloni, segretario generale della Farnesina. In corsa anche Marta Dassù, che è stata viceministro degli Esteri ai tempi di Enrico Letta.
Il Ministero dell’economia è quello centrale per la stesura del Recovery Plan, prende corpo l’ipotesi che lo stesso Draghi potrebbe prendere l’interim accompagnato da due viceministri politici. Circolano,intanto, i nomi del vicepresidente della Bei Dario Scannapieco, dell’economista Lucrezia Reichlin, del professore Carlo Cottarelli, del manager Vittorio Colao e del vicedirettore generale di Bankitalia Luigi Federico Signorini.
Il nome favorito per il dicastero di via Arenula(Ministero della Giustizia) sembra essere quello di Marta Cartabia, costituzionalista ed ex presidente della Consulta, assai stimata dal Colle. Gira anche il nome di Paola Severino, già Guardasigilli del governo Monti.
L’Istruzione è al centro sia in termini di investimenti nel capitale umano, sia per rafforzare la ricerca del sistema universitario. Tra i papabili per il ministero c’è Patrizio Bianchi, professore di politica industriale ed ex assessore in Emilia-Romagna.