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Casoria

Casoria. Nasce “Co.Me.Te.”: la prima Casa Famiglia per minori

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E’ stata inaugurata oggi a Casoria “Co.Me.Te”, la prima Casa Famiglia per minori della città.

Finalmente, così, anche Casoria ha la sua Casa Famiglia: è la prima in città. Fino a ieri questo Comune, tra i primi in Campania per numero di minori residenti, non aveva nessuna struttura di questo genere.

L’inaugurazione si è tenuta questa mattina, alla presenza del Sindaco Raffaele Bene.

L’avventura che celebriamo in quest’inaugurazione l’abbiamo vissuta insieme, ed è per questo che viviamo questa comunità come fosse casa nostra. Questo avviene con tutti ma ancor di più con le persone alle quali ci lega affetto, stima e amicizia” ha affermato il primo cittadino.

Continuando “Questo è per me un momento di grande gioia e soddisfazione, che mi restituisce l’orgoglio di fare il sindaco di Casoria. Il mio augurio è che questa comunità possa andare avanti a testa alta, trovando la sua soddisfazione nel servizio che potrà rendere a tutta la cittadinanza“.

“Co.Me.Te” è un’idea tutta al femminile, nata dalla passione di due assistenti sociali e sociologhe della cooperativa “Fid.Es”, Fortuna Cimmino e Donatella Speranza: professioniste nate e cresciute a Casoria che nel proprio territorio hanno deciso di mettersi in gioco con un’idea ben chiara di imprenditoria sociale.

Da sempre legate alla propria città, hanno scelto Casoria come teatro del loro innovativo progetto.

La struttura è molto ampia, più di 110 mq dedicati ai giovani ospiti e gode di tutti i comfort a loro necessari: tre camere da letto, due bagni, una cucina, ampio salone e studio. La comunità può ospitare 8 ragazze e ragazzi dai 12 ai 18 anni, collocati dai servizi sociali di riferimento in collaborazione con i Tribunali per i minorenni di tutta Italia.

Nel suo nome, “Co.Me.Te” racchiude l’obiettivo della cooperativa che le ha dato vita: la scia luminosa rappresenta, simbolicamente, il percorso in comunità dei ragazzi, che ha un inizio e una fine.

I giovani che verranno ospitati avranno l’opportunità di riscattarsi da quanto la vita gli ha tolto, costruendo grazie all’aiuto di una equipe multiprofessionale, il futuro che meritano.

Maltrattamenti, abusi, abbandoni, carenze e sofferenze: “Co.Me.Te.” sarà capace di rimediare a tutto questo, facendo dell’aiuto verso i più deboli il punto cardine della sua azione educativa.

In questa fase iniziale, l’idea delle giovani imprenditrici casoriane ha ricevuto il contributo di Invitalia attraverso il progetto “Resto al Sud”. Uno strumento che finanzia idee imprenditoriali giovani, che abbiano un’idea originale e una base economica promettente. Tale è stata valutata “Co.Me.Te.”, che è stata in parte finanziata con prestiti a fondo perduto e in parte con prestiti a tasso zero.

Co.Me.Te rappresenta il desiderio della cooperativa Fid.Es di lavorare con e per il sociale, mettendoci il cuore e sporcandoci le mani. Co.Me.Te è anche un acronimo, che racchiude il significato intrinseco della nostra missione ‘con me e te’, perché è solo insieme che possiamo lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato” hanno raccontato le giovani imprenditrici.

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Casoria, un topo nell’Istituto Comprensivo Moscati-Maglione

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“C’è un topo nella scuola”, è il messaggio che circola in queste ore nella chat whatsapp delle mamme dei bambini e delle bambine che frequentano l’Istituto Comprensivo 2, Moscati-Maglione, sito in via Martiri d’Otranto a Casoria (Na).

Foto e video sono eloquenti. Un roditore, di medie dimensioni, passeggia indisturbato tra le reti di ferro della finestra di una classe prospiciente il cortile dell’istituto scolastico casoriano. Poi, eccolo inerme – senza vita – riverso sul suolo a pancia in su.

Quel topo, passato a miglior vita, sta – a sua insaputa – gettando il panico tra i genitori che pensavano di mandare i propri figli in un posto “sicuro” lontano dai pericoli.
Il video e la foto sono di qualche giorno fa, in uno dei pomeriggi in cui i bimbi dell’infanzia sono in procinto di uscire dalle loro classi.

L’Asl Napoli 2 Nord ha in programma per il 24 dicembre, così come ha ufficialmente comunicato, la disinfestazione, disinfezione e la derattizzazione delle scuole pubbliche primarie e secondarie del comune di Casoria.
I genitori saranno disposti ad attendere?




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Santo ucciso, il 17enne confessa: “Mi hanno sporcato le scarpe di 500 euro, me la sono presa”

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Confermata la versione della scarpa sporcata: Luigi, il 17enne di Barra accusato dell’omicidio di Santo Romano, ucciso a San Sebastiano al Vesuvio nella notte tra venerdì e sabato.

Avevo le scarpe griffate Versace, le ho pagate 500 euro, me le hanno sporcate e me la sono presa” – queste le parole del minore reo confesso dell’omicidio, rese note da Il Mattino. Da un banale pestone, dunque, sarebbe scaturita la lite, degenerata nel sangue.

C’è un video agli atti dell’inchiesta che mostra gli ultimi istanti di vita di Santo: dopo la discussione il ragazzo si sarebbe allontanato dalla Smart con a bordo il 17enne poi pare tornare indietro, quasi come se cercasse ancora un chiarimento. Pochi metri e una torsione del corpo, come se stesse per lanciare un oggetto, sarebbero bastati per scatenare il panico: il giovane calciatore è stato freddato con un colpo di pistola al petto.

In queste ultime ore è, inoltre, emerso che Luigi poco prima avesse litigato con un altro coetaneo. C’è la testimonianza di un ragazzo che racconta di averlo visto puntare la pistola alla gola del rivale, posizionando l’arma sotto il mento.

“Sì ho litigato con un altro ragazzo prima di uccidere Santo Romano ma non ho mai estratto la pistola” – avrebbe dichiarato il 17enne, confermando la lite. Un tassello in più che sembra far presagire la chiara intenzione di trovare un pretesto per far esplodere la violenza, avvalorata già dal semplice fatto di uscire di casa con una pistola in tasca.

Poi l’ultima drammatica scena raccontata da un’altra testimone: “Ho visto Santo alzare la maglietta e mostrare il buco che aveva al petto”.

La fidanzata e gli amici, intanto, negano la versione fornita dal legale del 17enne: Santo è la vittima, non aveva aggredito nessuno, non ci sarebbe stato nessun pestaggio e nessuna spallata da parte sua. Avrebbe compiuto un gesto con la mano come per lanciare qualcosa (senza lanciare di fatto nulla). E in nessun caso il gesto folle di premere il grilletto di una pistola contro un ragazzo di 19 anni sarebbe giustificabile ed è assurdo che si faccia passare come una “reazione di difesa”.

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Casoria, finiscono a coltellate per le damigiane di vino: arrestate due persone

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Dalle parole ai fatti il passo è stato breve.

Al centro della contesa – iniziata a parole e poi finita a coltellate e a colpi di spranga – la proprietà di alcune damigiane di vino.

Due uomini, si tratta di due cognati, finscono in manette; altri due uomini (altri due cognati) e una donna, che è la sorella di due dei contendenti, finiscono in ospedale.
La vicenda è accaduta a Casoria, nel Napoletano.

I protagonisti, tutti incensurati, hanno rispettivamente 61, 66, 56 e 65 anni gli uomini, mentre la donna ha 58 anni. La controversia nasce poco prima di cena. Al centro della lite la proprietà di alcune damigiane di vino. Non si arriva a una soluzione sul problema fiaschi e la discussione sfocia nel sangue. Poco prima dell’arrivo dei carabinieri i quattro cognati se le danno di santa ragione e interviene anche la donna.
Il 61enne afferra un coltello e sferra due fendenti nel fianco del cognato 56enne. Il terzo cognato – il 66enne – impugna una spranga in ferro e colpisce alla testa il quarto parente, il 65enne.
Durante la lite viene ferita anche la donna, per lei un braccio fratturato.

I feriti ne avranno per 30 e 10 giorni. Le armi sono state sequestrate mentre i due assalitori sono stati arrestati. Gli indagati devono rispondere di tentato omicidio e sono stati trasferiti in carcere.

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