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Berlusconi “A riposo assoluto”: salta il Processo Ruby

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Silvio Berlusconi avrebbe bisogno di un periodo di riposo assoluto per 15 giorni a partire dal 19 gennaio: a spiegarlo è stato l’avvocato Federico Cecconi.

Per le “condizioni di salute in cui tuttora versa” Silvio Berlusconi ha bisogno di un “periodo di riposo domiciliare assoluto per 15 giorni dal 19 gennaio”. 

Lo ha spiegato l’avvocato Federico Cecconi all’inizio dell’udienza del processo Ruby ter a Milano, depositando certificazione medica del professore Alberto Zangrillo successiva al ricovero dell’ex premier all’ospedale del Principato di Monaco da cui è stato dimesso il 15 gennaio.

La difesa comunque non ha presentato istanza di legittimo impedimento e il processo prosegue.

All’inizio dell’udienza del processo Ruby ter nell’aula della Fiera a Milano, il legale del leader di FI ha fatto presente di aver depositato ai giudici della settima penale certificazione medica firmata da Zangrillo “in cui si dà atto che per le condizioni di salute in cui tuttora versa si prescrive riposo domiciliare assoluto per 15 giorni a partire dal 19 gennaio“.

Il difensore ha chiarito che sulla base della certificazione avrebbe potuto formulare istanza per chiedere il rinvio dell’udienza di oggi ma che la difesa, dopo aver parlato anche coi pm, ha deciso di non presentarla e di far svolgere l’udienza che prevede oggi dei testi ‘tecnici’ dell’accusa.
Dunque, il deposito dei documenti medici, avvenuto anche nelle scorse udienze, ha chiarito Cecconi, è “quasi una sorta di monitoraggio processuale delle condizioni di salute” di Berlusconi.
Il difensore ha fatto presente anche che a Bari di recente il processo sul caso escort sempre a carico di Berlusconi è stato rinviato a maggio proprio sulla base dei documenti medici.
Sempre Cecconi ha spiegato che questa documentazione depositata oggi è successiva alle dimissioni del leader di FI dall’ospedale di Montecarlo che risalgono al 15 gennaio.
Il processo milanese vede imputati Berlusconi e altre 28 persone, tra cui molte ‘olgettine’ che avrebbero preso soldi e altre utilità in cambio del silenzio sulle serate del ‘bunga-bunga’ ad Arcore.
Le accuse sono corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza.

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