AFRAGOLA – Da poche ore si è conclusa l’ennesima riunione di maggioranza fatta per cercare di trovare la quadra giusta alla crisi di governo che imperversa già da troppo tempo. Oggi doveva essere la data ultima fissata dal primo cittadino per una risoluzione che mettesse d’accordo tutti e non scontentasse nessuno.
Di quello che la maggior parte degli addetti ai lavori ha pensato è che la crisi in maggioranza fosse scaturita maggiormente dal duo Lanzano De Stefano che hanno capitolato alla protesta messa in atto nei giorni precedenti l’approvazione del bilancio con la promessa che si sarebbe messo mano ad una nuova giunta ma così non è stato.
Nessuno se l’è sentita di sacrificare il proprio assessore per fare spazio alla quota azzurra chiesta da “Scelta Democratica”. Le richieste di Ausanio sono sembrate più delle provocazioni che non hanno fatto altro che finire di dividere la maggioranza formando per pochi giorni la maggioranza 10+3. Fortuna per loro che il Sindaco ha messo subito da parte le idee dei dieci di mettere ai margini della maggioranza i tre di “Forza Afragola Civica” respingendo inoltre la richiesta della testa di Affinito in cambio della quota azzurra di “Scelta Democratica”.
Così l’ultima idea che viene ai geni afragolesi è quella di chiedere al duo Lanzano De Stefano di rinunciare alla quota azzurra, richiamare la sorella del Consigliere come assessore e rafforzare la sua figura con la nomina di vicesindaco. Ma a quest’ultima richiesta non ci sta la Di Maso che difendendo la posizione di Biagio Castaldo abbandona il tavolo restando ferma sulle sue posizioni.
Ad abbandonare il tavolo è anche il duo Ausanio Caiazzo che in divergenze di opinioni col proprio compagno di viaggio Biagio Montefusco hanno preferito aggiornarsi a data da destinarsi. In realtà la diversa visione è data dal fatto che a quest’ultimo, avendo interessi altrove, quindi fuori dal Consiglio Comunale e dalla lottizzazione politica, andrebbe bene qualsiasi soluzione purché continui il suo cammino in quest’Amministrazione.
Alla fine nessuno è disposto a cedere il passo. Nessun interesse della collettività ma solo interessi personali. Nessuno disposto a rinunciare ad un pizzico di quello che gli spetta e la città resta ostaggio di una manica di persone in pieno stile oligarchico. Finché i nobili feudatari non trovano la quadra sugli interessi personali la città non può essere governata.
Dal canto suo il Sindaco Grillo ha già abdicato al suo ruolo. Remissivo e rinunciatario ha dato carta bianca ai Consiglieri aspettando un documento che stenta ad essere redatto. Praticamente il contrario di ciò che dovrebbe fare un primo cittadino. Ma il suo comportamento comunque lascia intendere la pochezza dei Consiglieri che prima dicono una cosa e poi ne fanno un’altra.
Adesso neanche la giunta tecnica pare sia la soluzione e la strada che più si prospetta all’orizzonte è sempre più quella dell’ennesima figuraccia di confermare per la terza volta la stessa giunta. Quindi, visto che se sarà così si attesterebbe ancora di più l’interesse verso la poltrona, la domanda che sorgerà spontanea sarà: perché mai allora è nata la crisi? Stiamo avendo a che fare con gente seria o con dei bambini? Sono così pieni di sé questi consiglieri da credere di prendere per i fondelli i cittadini e restare impuniti?
Domani è già troppo tardi. Visto l’andazzo, al Sindaco Grillo non resta che fare una sola cosa. Nominare una giunta tecnica di alto profilo già domani, visto che eticamente parlando rassegnare per la terza volta le dimissioni non è possibile.
Nominando una giunta tecnica d’alto profilo si attesterebbe da un lato l’interesse reale verso il bene collettivo – visto che ci si metterebbe nella condizione immediata di lavorare sin da subito – e dall’altro lato, laddove si corresse il rischio di essere sfiduciato dal legislativo, si rivelerebbero all’intera città i nomi di chi ha solo ed esclusivamente pensato ai propri interessi e tenuto in ostaggio la città per due anni e mezzo. Pensaci Sindaco.