Lucia Taliento è morta lo scorso 24 agosto, per il male più brutto che ci sia: la superficialità della gente.
“Negativo per cellule maligne” era stato l’esito della biopsia su quel neo sospetto, una diagnosi rassicurante ma per quello che dopo le è accaduto, di certo non veritiera.
Quel referto mostratole dal medico che le aveva asportato quella strana macchia dalla pelle, era errato e forse, secondo gli avvocati della vittima, addirittura falso.
Chiedono giustizia i parenti di Lucia, morta due anni dopo quelle analisi, a causa di un “melanoma maligno tipo nodulare ulcerato” che, se preso in tempo, le avrebbe potuto lasciare una speranza a cui aveva sicuramente diritto.
Come riportato dall’Ansa, i legali della famiglia, gli avvocati Alessandro Milo e Amedeo Di Pietro, si sono fatti consegnare i campioni prelevati dal medico e li hanno fatti analizzare da un altro laboratorio diagnostico napoletano che ha evidenziato la presenza di una pericolosa neoplasia della pelle. Non solo. Secondo quanto affermano gli avvocati Milo e Di Pietro, “non c’è traccia del centro di analisi a cui il medico avrebbe delegato l’analisi dei campioni di pelle prelevati“.