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Scoperto un nuovo mammifero nelle foreste africane: sono lontani parenti degli elefanti

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I ricercatori dell’Università di Helsinki, che hanno compiuto una serie di analisi nelle colline di Taita, in Kenya, nell’ambito di un’indagine sulle vocalizzazioni degli animali notturni, hanno scoperto il nuovo mammifero che appartiene al genere Dendrohyrax.

Questi animali, che sembrano grandi porcellini d’India, sono in realtà lontani parenti degli elefanti“, hanno spiegato i ricercatori.

Nelle foreste montane dell’Africa vivrebbe dunque un mammifero di cui non si conoscevano le caratteristiche, almeno fino ad oggi e fino alla scoperta dei ricercatori dell’Università di Helsinki.

Gli studiosi, infatti, avrebbero individuato una nuova specie di mammifero, appartenente al genere Dendrohyrax, che comprende gli iraci o procavie, una famiglia di animali presenti soprattutto in Africa, ma anche nel Medio Oriente, dotati di zampe corte, pelo folto, corpo tondeggiante simile a quello di un coniglio ben nutrito e una coda appena accennata.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Discovery” è stato concentrato sull’analisi degli iraci arboricoli presenti nelle colline di Taita, in Kenya, nell’ambito di un’indagine sulle vocalizzazioni degli animali notturni del luogo.

Questi animali, che sembrano grandi porcellini d’India, sono in realtà lontani parenti degli elefanti, e sono noti per le loro capacità di emettere suoni acuti e con un volume di oltre cento decibel” ha spiegato Hanna Rosti dell’Università di Helsinki.

In genere, questi mammiferi hanno una lunghezza compresa fra i 30 e i 70 cm e pesano fra i 2 e i 5 kg. Si nutrono principalmente di erba, foglie, corteccia, radici e bulbi, ma occasionalmente possono anche nutrirsi di insetti.

Il team di esperti, nel corso della ricerca, ha descritto per la prima volta le vocalizzazioni degli animali nelle foreste di Taita ed è riuscito a comprendere che il canto di questi animali può durare per oltre 12 minuti ed è composto da diverse sillabe, combinate e ripetute in varie modalità.

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A Napoli la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre

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Nella solennità di San Francesco di Paola, patrono della “Gente di Mare”, nella omonima Basilica Pontificia di Napoli, in piazza del Plebiscito, a Napoli, si è tenuta la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre, di terra, di cielo e del mare.

Numerosa la partecipazione di autorità civili e militari, tra cui il Viceprefetto di Napoli, Dario Annunziata, dell’Ammiraglio Ispettore della Marina Militare Pierpaolo Budri, del presidente dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Napoli Antonio Varriale.

È stata deposta una corona in memoria dei caduti a cura dell’Anmi, mentre il Presidente della Delegazione Provinciale dell’Oncsc Alfredo Migliaccio ha ribadito lo spirito di cooperazione tra le componenti associative d’arma, che rendono viva la memoria di chi ha combattuto per garantire la nostra stessa esistenza.

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Effetto dazi sulle Borse mondiali: “rischio di recessione per l’economia mondiale”

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I dazi di Trump “liberano l’America” ma fanno crollare i mercati, da Parigi (-3%) a Wall Street (-2,76%), con il Nasdaq in calo di oltre il 4%.

Milano lascia sul campo il 2,8%. Francoforte il 2%, Londra l’1,43%, favorita da tariffe più leggere rispetto agli altri Paesi, e Madrid l’1,23%. Il crollo del greggio (Wti -7% a 66,67 dollari al barile) e le tariffe commerciali sull’acciaio frenano Tenaris (-8,22%), Saipem (-6,86%), Prysmian (-5,08%), Antofagasta (-7,25%) e Anglo American (-6,44%).

“Le prospettive per l’export e l’impatto diretto e indiretto dei dazi sono un grosso motivo di preoccupazione“. Lo si legge nel resoconto (minute) della riunione della Bce del 5 e 6 marzo, che dà conto anche dei dubbi dei Governatori sul segnale da dare sui tassi d’interesse: i membri del Consiglio direttivo giudicavano “importante” che la comunicazione non dia un segnale in alcuna direzione in vista del meeting di aprile, “tenendo sul tavolo sia un taglio dei tassi che una pausa, in funzione dei dati in arrivo”.


(fonte: Ansa)

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Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

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Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

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