V-DAY. FLAVIA È TRA LE PIÙ GIOVANI INFERMIERE IN ITALIA A VACCINARSI
“Lo dobbiamo a chi se ne e’ andato tra le nostre braccia. Credo che sia importante vaccinarsi: lo dobbiamo a tutte le persone che se ne sono andate tra le nostre braccia dato che siamo professionisti sanitari e lavoriamo con pazienti affetti da Covid, a tutti coloro che hanno perso un caro a tutti i colleghi che si sono infettati dando assistenza“.
Non ha dubbi Flavia Acunzo, giovanissima infermiera dell’Osservazione breve intensiva dell’ospedale Cardarelli di Napoli, tra le prime a fare il vaccino contro il Covid. Quella di Flavia, 22 anni, è stata infatti una lunga notte di lavoro e al termine, intorno alle nove, si è recata nella tenda in cui viene somministrato il vaccino per riceverlo. Questa è stata una notte di attesa, passata tra il pensiero di cio’ che sarebbe stato oggi e l’assistenza ai pazienti.
“Gli infermieri – spiega – hanno pagato un tributo alto: abbiamo visto nostri colleghi prima professionisti poi pazienti e non è stato semplice, è una battaglia che combattiamo ancora, ancora non e’ stata vinta, e magari speriamo che il vaccino sia l’inizio della fine di quest’anno difficile“.
“Un minimo di timore c’è – prosegue – perché è un vaccino nuovo, non e’ stato molto utilizzato, ma ho avuto da subito la convinzione di farlo. Credo fermamente nella ricerca e credo che per noi professionisti sanitari sia importante vaccinarci anche per dare il buon esempio dando l’inizio a tutto questo“.
La giovane professionista, iscritta al sindacato Fials, laureata lo scorso anno e che ha iniziato due mesi fa, rispondendo a un avviso pubblico Covid in Campania, ha avuto da subito il sostegno dei genitori rispetto all’opportunità di essere tra le prime a ricevere il vaccino. “Anche i miei genitori – aggiunge – sono professionisti sanitari e avevano dato l’adesione per vaccinarsi. Naturalmente, come per tutti i genitori, un po’ di apprensione non è mancata, ma io ho fatto la scelta di dire sì e poi mi sono confrontata con loro, sentendo in pieno il sostegno“.
“Con l’arrivo di questo vaccino – conclude Flavia – si può dire ci abbiano fatto un regalo di Natale. Per me è emozionante riceverlo. Bisognerebbe fare una campagna che metta in luce il vaccino stesso per le persone che non sono convinte, perché ad esempio pensano che i tempi sono stati molto brevi. Penso vada spiegato e fatto capire che e’ vero che sono stati brevi, però i casi per studiare questo vaccino sono moltissimi e i fondi sono stati impiegati principalmente in questo, dal momento che c’era una pandemia globale“.
Ansa – Sergi