Cronaca

Villarosa: “Il M5S da sempre contro il MES, se cambiano idea pronto a dimettermi”

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Alessio Villarosa, parlamentare eletto alla Camera dei deputati con il Movimento 5 stelle, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso il proprio profilo Facebook ha espresso la sua posizione in merito al Mes e alla votazione di ieri.

“La colpa è solo di chi ha seguito le trattative per il M5S e spero davvero non le segua più in futuro anche alla luce delle risultanze degli stati generali che prevedono la costituzione di un gruppo collegiale che rappresenti, in futuro, il M5S. Sono anni che ripetiamo che questa riforma così com’è non va bene, nonostante ciò abbiamo appreso dalla stampa le opposte dichiarazioni dal nostro REGGENTE Capo politico”.
Prosegue. “E’ chiaro che non parliamo dell’attivazione del MES, nessuno cade in questo “giochetto”, stiamo comunque parlando della firma della Repubblica Italiana ad una riforma, peggiorativa per il nostro Paese, di questo strumento. Il M5S, così come il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha ribadito di non essere favorevole all’attivazione del MES. Il M5S si è da sempre battuto contro l’utilizzo del MES e lo ha fatto senza pregiudizi, ma bensì sollevando puntualmente rilievi tecnici. Ad esempio, La riforma dell’unione economica e monetaria dovrebbe prevedere anche una tutela rafforzata per i depositanti in caso di crisi bancarie, che al momento non esiste. Mi riferisco al progetto EDIS sulla garanzia dei depositi. Si può mai approvare una riforma priva di tale garanzia, preposta a tutelare il risparmio ed i più deboli? Questa tutela, tra l’altro, è garantita dall’articolo 47 della nostra Costituzione!”
Aggiunge. “Queste e ulteriori considerazioni sono state messe da parte, provando a mettere il M5S in difficoltà, qualificando il voto alle Camere come un voto sul Presidente del Consiglio, che in realtà è fuori da ogni dinamica delle posizioni politiche dei gruppi parlamentari di maggioranza. I contrari alla riforma sul MES eravamo noi del M5S!”
Poi sottolinea. “Anche io sono tra i firmatari della lettera con la quale è stato semplicemente chiesto un confronto immediato su un cambio di rotta così improvviso del M5S. Per fortuna il confronto c’è stato ed ha consentito di ripristinare alcune delle nostre storiche posizioni. E’ chiaro che un cambio di visione o l’eventuale volontà futura del mio gruppo parlamentare verso l’attivazione del MES mi indurrebbe a serie riflessioni sull’appartenenza stessa al M5S e, a quel punto, potrei davvero decidere di dimettermi (e non certo per andare al gruppo misto) restando coerente con la promessa siglata con i miei concittadini e i miei elettori”.
Andare via oggi o mettere in crisi il Governo, significherebbe invece non essere qui a decidere quando ci verrà chiesta la ratifica di ciò che verrà votato in Europa e potrebbe significare anche non essere qui quando eventualmente arriverà la richiesta di attivazione del MES. Il vero pericolo per il nostro Paese è soprattutto non essere qui per completare tutti gli importanti punti programmatici del M5S ed i risultati storici come il superbonus 110% e la relativa proroga fino al 2023 ed il reddito di cittadinanza. e via dicendo. E’ anche importante non mettere a rischio il Paese in questo momento storico così delicato con tutte le conseguenze economiche generate dall’emergenza epidemiologica.
Bisogna quindi garantire la ripresa con il Recovery Fund, altro grande successo del M5S, grazie ad una responsabile gestione dei 209 miliardi stanziati dall’Europa. Andare via oggi e mettere in crisi il Governo significa pregiudicare la ripresa economica dell’Italia. Questa scelta di restare implica un nuovo confronto interno al M5S. Chi ha gestito l’accordo di maggioranza sul MES per il M5S, a parer mio, ha sbagliato tutto. Il gruppo parlamentare di Camera e Senato deve continuare ad approfondire quello che è accaduto soprattutto in merito alla condivisione dell’ultimo momento.
Infine. “Abbiamo bisogno dell’immediata votazione del nuovo collegio richiesto a gran voce durante gli Stati generali. Tutto quanto verificatosi non dovrà più accadere. Il M5s dovrà continuare la propria battaglia sul MES e, per farlo, chi ha rappresentato il M5S in questa fase di dolorosa transizione non potrà restare lì dov’è”.

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