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[Il Piatto della Settimana] La leggenda degli gnocchi alla sorrentina

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Spesso la domenica è un giorno che la cucina napoletana riserva a dei piatti in particolare. Tra pasta al forno, lasagne e spaghetti ai frutti di mare, spuntano gli gnocchi.

Tra i principali comfort food, la storia di questo piatto ha radici antichissime. Gustoso, ricco ma semplice e tra i piatti più apprezzati della cucina mediterranea.

Fondamentale è la preparazione di questo piatto, soprattutto nella fase dell’impastare. Le antiche massaie pelavano le patate per poi farle bollire, tutto a mano, facendo scivolare ogni gnocco sui rebbi della forchetta per dare le inconfondibili righe.

Poi in un mondo che fa della “fretta” una delle condizioni principali della vita, a chi non va di prepararli, può anche comprarli già pronti, surgelati e magari fornire solo il ragù o il sugo.

Ma quante volte, mentre li mangiate, vi siete chiesti da dove arrivino e il perchè di questo nome così “bizzarro”?

Si tratta di un piatto antichissimo. Per quelli di patate, dobbiamo tornare al XVI secolo, quando iniziò l’importazione della patata in Europa dall’America. La versione alla sorrentina nasce con ingredienti della pizza, pomodori e mozzarella.

Si dice che i veri gnocchi di patate nacquero in Campania, tanto che esiste una leggenda a riguardo: un giorno un abate di campagna, molto goloso di gnocchi, ne fece indigestione, addirittura soffocandosi. Da qui arriverebbe il soprannome degli gnocchi, “strangulaprievite” (strangola-prete).

In realtà, seppur la leggenda sia affascinante, sembra che il soprannome arrivi da ancora più lontano, dall’antica grecia: in particolare dai termini “strongulos” e “preptos”, che dovrebbero significare un oggetto rotondo.

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