CAIVANO – Non è mai troppo tardi per scrivere della mia terra. Una città – e non un paese come amano chiamarlo i polticanti nostrani – martoriata da sempre, una periferia considerata tale perfino dalle istituzioni, una sorta di zona franca che funge da merce di scambio per la facile convivenza tra criminalità organizzata e lo Stato di diritto. Anche tra i clan camorristici Caivano è sempre stata considerata una linea di confine atta a mantenere stabili gli equilibri tra camorra e mafia, tra i cutoloniani, poi i Moccia e i casalesi e in questa malasorte capitata alla nostra amata città, ci si mette pure una classe dirigente sprovveduta ed incapace a peggiorare la situazione. Sentir dire a dei politicanti d’altri tempi che un sindaco non può farci nulla nella lotta alla criminalità organizzata, vuol dire incapacità, ignoranza e rassegnazione. Allora se la criminalità ha già vinto, se i nostri politici si sono arresi alla camorra, allora andate tutti a casa. Ripeto. La politica è una cosa seria e questa fase storica che attraversa il nostro territorio non fa per voi. Rassegnate le dimissioni e farete una sola cosa degna di nota dal vostro insediamento. In caso contrario, ascoltate chi ne comprende i problemi, fate ammenda, e con capo chino e cosparsi di umiltà mettetevi al servizio del popolo che vi ha fatto eleggere.
Una scena desolante quella delle linee programmatiche non illustrate dal Sindaco in aula nel secondo tempo dello scorso Consiglio Comunale. Perché il Sindaco non ha voluto approfondire quanto su carta era scritto? Non le ha scritte lui? Era consapevole che quel libro dei sogni non si poteva approfondire? Era davvero consapevole che la situazione attuale di Caivano la vede solo lui? Si, perché in aula il Sindaco al posto di approfondire le linee programmatiche, che ahimè solo gli addetti ai lavori conoscono e non il popolo caivanese, ha preferito raccontare come ha trovato la città di Caivano e fin qui non mi sarei indignato se il Sindaco ci avesse resi edotti sullo stato finanziario dell’ente, no, anzi, a me personalmente ha fatto aumentare i dubbi sulle sue conoscenze reali in materia di bilancio, dissesto e lavoro effettuato dall’OSL (organo straordinario di liquidazione).
La fascia tricolore ha preferito raccontare quello che tutti sanno. Buche, campo sportivo, centro Delphinia e la sua visione sulla fermata della metropolitana. A questo punto si può benissimo asserire che il sindaco Falco ha fatto ancora un altro balzo all’indietro, ha superato perfino i tempi del compianto Ciccio Russo ed è finito a Felice Capone quando si parlava della stazione ferroviaria. E come ha fatto notare il solerte Antonio Angelino –finora l’unico che realmente si fa sentire dai banchi dell’opposizione e che riesce a mettere giù qualche contenuto rispetto all’intero consesso pubblico – all’interno delle linee programmatiche così come nell’intervento del sindaco, mancano le visioni di quest’amministrazione sul contrasto alla criminalità organizzata e mancano soprattutto le soluzioni per risolvere i problemi della gestione ordinaria. Non una parola su come rattoppare le buche per strade e figurarsi se vedere un giorno le strade asfaltate come si è fatto a Cardito. Non una parola sul futuro della raccolta rifiuti e non una parola sull’ipotetico censimento e raccolta fondi fitti al Parco Verde. L’idea che lascia questa classe dirigente è quella che si lascia troppo spesso andare dietro all’impegno per trovare i giusti equilibri per la lottizzazione politica.
Oramai tutti hanno capito che il vero antagonista del sindaco resta Antonio Angelino, l’unico a fomentare il dibattito politico anche fuori le mura del Comune. Ha fatto molto discutere la sua richiesta di decurtarsi i compensi per i gettoni di presenza in aula del 30%. Alcuni esponenti della maggioranza non hanno preso bene questa richiesta, pensando forse, che all’indomani sarebbero stati costretti a seguire, per forza di cose, l’esempio del leader di “Caivano Conta”. Addirittura si sono sguinzagliati i servi sciocchi sui social a discriminare e accusare Angelino di populismo, senza sapere o senza leggere che la richiesta avanzata era per sé e per i suoi senza voler imporre a nessuno di seguire il loro esempio. Solo perché quel provvedimento faceva parte del loro programma elettorale e nella coerenza del ruolo che i caivanesi hanno voluto affidargli, si è preferito mantenere la promessa.
Un’altra nota dolente è l’incapacità del Presidente del Consiglio nell’interpretare le leggi e i regolamenti. Infatti al margine della contestazione che l’opposizione faceva nel far notare al Presidente del Consiglio che durante la seduta gli assessori non possono intervenire nel dibattito pubblico se non richiesto dal consesso e se non si devono illustrare specificate deliberazioni di giunta, l’architetto caivanese autorizza a far intervenire l’assessore Mennillo nel dibattito avvalendosi dell’Art. 18 comma 1 del Regolamento del Consiglio Comunale di Caivano. Siccome la cosa mi è parsa subito strana perché tutti sappiamo e io da cronista politico non ho mai visto un assessore fare il Consigliere a meno che non si tratti di un paese con meno di 15mila abitanti, sono andato a spulciare il Regolamento del Consiglio Comunale di Caivano che all’art. 18 comma 1 recita: “Nessuna persona estranea al Consiglio può avere accesso, durante la seduta, nella parte dell’aula riservata ai Consiglieri, ad eccezione dei membri della Giunta, e di quanti definiti al comma successivo. Durante lo svolgimento dei lavori del Consiglio Comunale, nessuno può prendere la parola se non su specifico invito del Presidente”. Ma qui si parla di presenza. Di posto a sedere e di zona riservata ai Consglieri. È risaputo che gli assessori siedono nella parte frontale dell’aula consiliare. Ma non si parla di poter intervenire nel dibattito pubblico, anche perché democrazia vuole che la parte legislativa la devono fare gli organi eletti e tutti sanno che Pasquale Mennillo è stato bocciato dal popolo caivanese, ce lo ritroviamo come assessore grazie alla lottizzazione politica voluta dal Sindaco Enzo Falco, e allora la domanda la rivolgiamo al Presidente del Consiglio: “Caro Presidente se tutti possono intervenire nel dibattito pubblico e quindi regolare o influenzare quello che sarebbe anche un voto su qualche approvazione di delibera, allora ci può far sapere a cosa serve andare a votare?”
Questo è il desolante quadro politico che è costretta a subire la mia città e senza presunzione e senza tema di smentita, credo che la parte intelligente e acculturata di questa città, forse, meritava di meglio.
CAIVANO – Dopo le indiscrezioni nate da queste pagine sul presunto abuso edilizio del Ranch di proprietà della sottosegretaria al Consiglio dei Ministri Pina Castiello e dei suoi fratelli, e della totale assenza di iscrizione a ruolo nel registro dei Tributi dal punto di vista IMU e Tari, grande lavoro di controllo è stato fatto dal settore Finanze e Tributi, compulsato anche dal Commissario prefettizio Filippo Dispenza.
Avviati, ovviamente, opportuni controlli a 360° sull’intera popolazione, l’attuale Amministrazione prefettizia è venuta a conoscenza che l’intero importo di evasione tributaria a Caivano ammonta a circa sei milioni di euro. Un gruzzoletto che, se tutti i cittadini caivanesi pagassero regolarmente i tributi, darebbe enormi vantaggi economici alla comunità, nonché anche disponibilità di cassa per lavori di manutenzione ordinaria e straordianaria.
I controlli effettuati, così come per legge, hanno riguardato gli ultimi cinque anni per quanto riguarda l’evasione IMU e TARI e gli ultimi due anni per quanto riguarda il servizio di fornitura idrica.
Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo, di questi circa sei milioni di euro di tributi evasi, si registrano gli avvisi di riscossione coattiva di un importo di circa € 5.500 cad. per un importo complessivo che riguardarebbero le proprietà terriere e immobiliari di via quattrovie e cinquevie, di circa 22mila euro indirizzati alla famiglia Castiello, nelle persone di Pina – l’attuale sottosegretaria di Governo – e gli altri tre fratelli.
Adesso, quanto di buono fatto dal settore Tributi ci aspettiamo lo stesso dal settore Urbanistica e che quanto prima si renda edotta la comunità sulla vera natura di quel villone con piscina.
Da caivanese propongo che questa sia l’unica storia che la sottosegretaria Pina Castiello possa permettersi di raccontare, la prossima volta, in un qualsiasi convegno che affronti il tema della legalità che si organizza a Caivano.
CAIVANO – I miei ultimi due editoriali sui controlli e la legalità applicati e sbandierati a senso unico alternato, considerando il fatto che a parlare di legalità sul territorio ci sono stati alcuni organi istituzionali che per quanto riguarda alcuni aspetti personali questo grande valore umano se lo sono dimenticati.
Sto parlando della inchiesta (leggi qui e qui) partita da queste pagine e che riguardano la Sottosegretaria al Consiglio dei Ministri con delega al Sud e vicesindaco di Afragola Pina Castiello che durante quest’ultimo anno non ha lesinato le sue presenze al fianco degli stati generali del Governo Centrale in passerelle politiche che come tema, quasi sempre, presentavano l’insegnamento della legalità ai caivanesi, brutti, sporchi e cattivi.
Siccome a nessuno piace prendere lezioni da chi, proprio lezioni non ne può dare, il nostro invito a controllare, dal punto di vista del rispetto delle regole, alcune anomalie che riguardano un immobile di proprietà della Sottosegretaria è stato recepito anche nel comune dove la stessa espleta la carica di vicesindaco.
Da indiscrezioni raccolte in esclusiva da Minformo dal canto suo il Commissario Prefettizio Filippo Dispenza ci fa sapere che si è subito attivato per vederci chiaro in questa vicenda, mettendo in subbuglio il settore dei Tributi, senza immaginare che dovrebbe mettere sottosopra anche il settore tecnico urbanistica e tra poco spiegherò il perché.
Di tutta questa storia si è occupata anche l’opposizione consiliare del Comune di Afragola che, come si legge dal profilo social del Consigliere Gennaro Giustino, nell’ultima conferenza dei capigruppo ha chiesto al Presidente del Consiglio comunale di Afragola Biagio Castaldo di mettere agli atti l’invito a fornire deduzioni, nel prossimo Consiglio Comunale utile, inerenti i presunti abusi edilizi ed evasione dei tributi legati al ranch di vie Cinquevie da inoltrare alla loro vicesindaca.
Il Consigliere Giustino nel suo post su Facebook scrive: “A scoperchiare il pentolone è la testata “Minformo” che in due articoli pubblicati sul web tira fuori storie di abusi edilizi nella dimora di Pina Castiello a Caivano, tasse evase, procedure burocratiche insabbiate e tanto altro. Incluso i condoni che quella villa di lusso, ex casa colonica, ha usufruito. Eppure, basterrebe utilizzare le aerofotogrammetrie e confrontare lo stato dell’arte alla data di chiusura dell’ultimo condono con quelle successive per capire cosa c’era, cosa e quando è stato realizzato e condonato. Verifica semplice e certa. Questa, però, è un’altra storia.
E sempre nel nome della verità e della legalità ho accolto l’invito del Consigliere Gennaro Giustino ed ho effettuato una ricerca su Google Earth e considerando che con il decreto legge 269 del 2003, successivamente convertito in legge, ha introdotto norme sulla sanatoria degli abusi edilizi e che in attuazione dell’articolo 32 del citato decreto-legge, la regione Campania ha adottato la legge regionale n.10 del 2004, peraltro dichiarata parzialmente illegittima dalla Corte costituzionale con sentenza n. 49 del 2006, ci siamo fatti un giro a ritroso negli anni attraverso lo strumento che ci mette a disposizione l’azienda californiana e abbiamo scoperto che fino al 2003 in quell’area dove oggi sorge una vera e propria reggia con piscina non esisteva nulla.
Quindi, il ragionamento è, in una eventuale assenza di permessi di costruire come è stato possibile sanare nel 2003 un manufatto abusivo inesistente? Poi se vogliamo considerare che la legge è stata recepita dalla Regione Campania solo nel 2004, scopriamo che in quella data si scorge solo la costruzione di una casa che ad occhio nudo presenta la metà delle cubature attualmente insistenti su quel terreno e quindi, laddove tale presunto manufatto abusivo sia stato condonato nel 2004, in tempo per il recepimento della legge regionale, quanto meno i sottotetti e la piscina che compaiono solo nel 2007 risulterebbero essere privi di condono sicuramente, perché abbondantemente oltre la data ultima per effettuare eventuale sanatoria.
Aerofotogrammetria del 2004Aerofotogrammetria del 2006Aerofotogrammetria del 2007Aerofotogrammetria del 2024
Sarebbe bello scoprire cosa è successo durante questi ultimi 11 anni, sarebbe bello scoprire i nomi dei colpevoli di questo lungo silenzio sulla questione, sarebbe bello scoprire se durante questi anni ci fosse stata una copertura da parte della classe dirigente politica ma sarebbe ancora più importante scoprire il perché gli attuali soggetti politici caivanesi continuano a trincerarsi in questo lungo, colpevole e connivente silenzio sulle illegittimità che riguardano gli attori che hanno disegnato la nostra comunità alla stregua dei narcotrafficanti colombiani. Ma un sussulto di dignità da parte di chi tra pochi mesi si accingerà a vendersi per il difensore di tutti i caivanesi quando?
Il decreto Caivano prevedeva un fondo di 40 milioni di euro destinato a contrastare la dispersione scolastica, dimostrando l’impegno del Governo nella tutela di bambini e ragazzi vulnerabili alla violenza di strada. Tuttavia, è emerso che nella Legge di Bilancio il fondo è stato ridotto a poco più di 10 milioni di euro.
Il decreto Caivano era il provvedimento simbolo del Governo Meloni per sostenere i giovani che vivono in quartieri difficili e a rischio criminalità, ma è stato ridimensionato dallo stesso esecutivo nella manovra economica. Nonostante il nome, le misure previste non si limitano al solo comune a nord di Napoli, ma mirano, nelle intenzioni del Governo, a colpire la criminalità minorile in tutto il Paese. Tra le novità, l’introduzione di pene più severe per i genitori che non mandano i figli a scuola, con sanzioni che possono arrivare fino a due anni di reclusione.
Uno degli elementi chiave del decreto Caivano è l’introduzione del Daspo urbano per i minorenni dai 14 anni in su che si siano resi responsabili di episodi di violenza. Questa misura, che vieta l’accesso a determinate aree cittadine, ha visto un’estensione della sua durata massima a due anni, rispetto al limite precedente.
Sul fronte della giustizia minorile, il decreto modifica le disposizioni relative al carcere preventivo, riducendo da nove a sei anni la soglia per l’applicazione della custodia cautelare per i minori. Inoltre, vengono previste sanzioni più severe per gli adolescenti di almeno 14 anni trovati in possesso di droga o armi, con l’obiettivo di rafforzare il contrasto alle attività criminali tra i giovani.
Per i minorenni colpevoli di reati che prevedono una pena massima di cinque anni, il decreto Caivano introduce un percorso di definizione anticipata della pena, che prevede l’impegno in lavori socialmente utili o attività benefiche a titolo gratuito. Questa misura è nota come “messa alla prova”. La sua attivazione è disposta dal Pubblico Ministero, in accordo con i genitori e con il parere dei servizi minorili, per una durata variabile tra uno e sei mesi.
Tagli che risultano in netto contrasto non solo con le promesse fatte in occasione del decreto Caivano, ispirato al Comune teatro di una violenza sessuale su due cugine minorenni, ma anche con le drammatiche cronache di questi giorni. “Una scelta che rivela la volontà del Governo di azzerare gli investimenti nell’istruzione e di considerare il Sud un peso”, affermano Irene Manzi e Marco Sarracino del Pd. “L’ennesimo omicidio dimostra invece l’urgenza di un piano straordinario per l’assunzione di più assistenti sociali e insegnanti”, sottolinea Sandro Ruotolo della segreteria Pd.
Il centrodestra, invece, contrattacca accusando i dem: “Il finto buonismo della sinistra, che governa Napoli e la Campania, è uno dei fattori che ha contribuito a questa deriva”, afferma Severino Nappi, capogruppo della Lega in Campania. Fratelli d’Italia continua a lodare il decreto Caivano: “Con questa iniziativa abbiamo gettato le basi per recuperare tanti ragazzi”, sostiene il senatore Sergio Rastrelli.
Tuttavia, nella legge di bilancio, gran parte delle risorse previste dal decreto sono state ridotte.