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Ancora morti da Coronavirus in Italia: saranno 90mila in totale entro fine gennaio

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Secondo l’istituto finanziato da Bill Gates entro fine gennaio, dopo la tregua di Natale, in Italia ci saranno altri 30mila morti.

Il numero di morti potrebbe calare lievemente a ridosso dei giorni di Natale secondo le proiezioni elaborate dall’Ihme di Washington.

La terza ondata sarebbe così inevitabile e chi pensava che il peggio fosse già passato a quanto pare si sbagliava non solo in termini di contagi, che nelle ultime settimane, non sono mai scesi sotto le decine di migliaia di nuovi casi al giorno, ma anche nell’altissimo numero di vittime che, quotidianamente, hanno sempre oscillato intorno quota 800, rasentando, alcuni giorni, anche il migliaio di vittime.

Centinaia di morti quotidiane che passano ormai quasi inosservate, come se quasi non si trattasse, in realtà, di persone e vite umane perse.

Eppure, tra ottobre e novembre, in Italia, hanno perso la vita per Covid circa 22.000 persone, secondo i dati ufficiali, mentre durante la prima ondata tra marzo, aprile e maggio le vittime sono state circa 30.000.

Secondo le proiezioni dell’Institute for health metrics and evaluation, finanziato dalla Fondazione di Melinda e Bill Gates, il numero dei decessi in Italia per Covid-19 potrebbe iniziare a subire una lieve flessione tra il 20 e il 23 dicembre ma i decessi non si fermeranno, così come i nuovi contagi.

Secondo la ricerca dell’Ihme, a fine gennaio 2021 l’Italia potrebbe arrivare a registrare ulteriori 30.000 morti, arrivando così a 90.000 persone decedute per Covid sin dall’inizio dell’emergenza.

A preoccupare sono anche gli alti numeri di nuovi contagi, da Nord a Sud Italia e tutto dipenderà dai comportamenti assunti durante le festività natalizie, dalla tenuta del sistema sanitario nazionale e degli ospedali, dai test e dal tracciamento e monitoraggio dei casi.

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Attualità

A Napoli la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre

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Nella solennità di San Francesco di Paola, patrono della “Gente di Mare”, nella omonima Basilica Pontificia di Napoli, in piazza del Plebiscito, a Napoli, si è tenuta la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre, di terra, di cielo e del mare.

Numerosa la partecipazione di autorità civili e militari, tra cui il Viceprefetto di Napoli, Dario Annunziata, dell’Ammiraglio Ispettore della Marina Militare Pierpaolo Budri, del presidente dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Napoli Antonio Varriale.

È stata deposta una corona in memoria dei caduti a cura dell’Anmi, mentre il Presidente della Delegazione Provinciale dell’Oncsc Alfredo Migliaccio ha ribadito lo spirito di cooperazione tra le componenti associative d’arma, che rendono viva la memoria di chi ha combattuto per garantire la nostra stessa esistenza.

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Effetto dazi sulle Borse mondiali: “rischio di recessione per l’economia mondiale”

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I dazi di Trump “liberano l’America” ma fanno crollare i mercati, da Parigi (-3%) a Wall Street (-2,76%), con il Nasdaq in calo di oltre il 4%.

Milano lascia sul campo il 2,8%. Francoforte il 2%, Londra l’1,43%, favorita da tariffe più leggere rispetto agli altri Paesi, e Madrid l’1,23%. Il crollo del greggio (Wti -7% a 66,67 dollari al barile) e le tariffe commerciali sull’acciaio frenano Tenaris (-8,22%), Saipem (-6,86%), Prysmian (-5,08%), Antofagasta (-7,25%) e Anglo American (-6,44%).

“Le prospettive per l’export e l’impatto diretto e indiretto dei dazi sono un grosso motivo di preoccupazione“. Lo si legge nel resoconto (minute) della riunione della Bce del 5 e 6 marzo, che dà conto anche dei dubbi dei Governatori sul segnale da dare sui tassi d’interesse: i membri del Consiglio direttivo giudicavano “importante” che la comunicazione non dia un segnale in alcuna direzione in vista del meeting di aprile, “tenendo sul tavolo sia un taglio dei tassi che una pausa, in funzione dei dati in arrivo”.


(fonte: Ansa)

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Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

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Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

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