La tragedia è avvenuta negli Stati Uniti, a Woodbridge, in California dove un bambino di soli 11 anni si è suicidato in diretta su Zoom, mentre faceva lezione online.
Mentre era collegato con i suoi compagni di classe, Adan ha spento il microfono, ha girato la telecamera del pc, per non riprendere la scena, e si è sparato.
Il ragazzino era impegnato nella didattica a distanza poichè le scuole sono chiuse a causa del Coronavirus. A lanciare l’allarme è stata la sorellina che si trovava in un’altra stanza.
Adan è stato trovato riverso sul pavimento in gravissime condizioni. Portato d’urgenza in ospedale, i medici non hanno potuto fare altro che dichiararne il decesso.
Frequentava la sesta classe alla Woodbridge Elementary School, nella contea di San Joaquin ed ora i rappresentanti d’istituto stanno contattando i genitori degli altri bambini che erano in classe con lui per vedere se qualcuno ha bisogno di sostegno psicologico.
All’ingresso della casa dove il bimbo abitava insieme alla famiglia è stato realizzato un piccolo altare con candele e cartelloni. “Era un bambino speciale. Affabile. Era il tipo di persona che non avrebbe mai fatto del male a nessuno, sempre con un bel sorriso stampato sul viso“, hanno raccontato alcuni vicini.
La famiglia non vuole credere alla storia del suicidio, anche se le forze dell’ordine hanno classificato il caso come tale. “Mio nipote Adan è morto ed ora è in paradiso. Non sapevamo avesse tendenze suicide. Era un bambino meraviglioso pieno di vita e gioia. Chiedo a tutti di aiutare la nostra famiglia” ha scritto su Facebook lo zio Luis.
Non è chiaro il motivo del suicidio nè come abbia fatto Adan ad entrare in possesso dell’arma.
La situazione sta diventando realmente complicata, come evidenziano molti dati internazionali, l’indice dei suicidi sta aumentando vertiginosamente e se a farlo è un ragazzino di soli 11 anni con una vita davanti a sè, la cosa è ancora più complicata.
Fare didattica a distanza riduce i rischi da Coronavirus senz’altro ma aumenta fenomeni come l’emarginazione, il distanziamento sociale, la solitudine, parlare con qualcuno, discutere con un amico in questi casi è la cura migliore, magari se Adan avesse avuto un abbraccio, nelle sue lezioni quotidiane anzichè aumentare la “distanza” anche con la Didattica, adesso, col suo bel sorriso, sarebbe ancora qui.