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PELÈ scrive una lettera in ricordo di Maradona :”Ti voglio bene Diego”

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È stato il rivale indiscusso di Diego, un dualismo che durerà all’infinito nella storia del calcio. Senza tempo, infatti hanno giocato epiche diverse, in un calcio diverso, ma sono i PIÙ FORTI DI SEMPRE, a cui andrà in ogni occasione il nostro GRAZIE più profondo, perché hanno donato al Calcio stesso la sua vera essenza.

Alla fine sono arrivate anche le sue parole, quelle tristi ma commoventi, che ricordano il suo amico/nemico Maradona. Pelé ha così scritto una lunga lettera in ricordo di Diego:

Sono passati sette giorni da quando te ne sei andato. Molte persone amavano confrontarci per tutta la vita. Sei stato un genio che ha incantato il mondo. Un mago con la palla ai piedi. Una vera leggenda. Ma soprattutto, per me, sarai sempre un grande amico con un cuore ancora più grande.

Oggi so che il mondo sarebbe molto meglio se potessimo confrontarci meno l’uno con l’altro e ci ammiriamo di più a vicenda. Quindi voglio dire che sei incomparabile. La sua traiettoria è stata segnata dall’onestà. Hai sempre dichiarato i tuoi amori e disamore ai quattro venti. E con questo tuo modo particolare, insegna che dobbiamo amare e dire ′′ ti amo ′′ molto più spesso. La tua partenza veloce non mi ha permesso di dirtelo, quindi scrivo solo: ti amo Diego” – scrive Pelé.
Mio caro amico, grazie mille per tutto il nostro viaggio. Un giorno in cielo giocheremo insieme nella stessa squadra. E sarà la prima volta che prenderò pugni in aria senza festeggiare un goal, ma sì, perché potrò abbracciarti ancora.

Oggi sono sette giorni che non te ne sei andato. Molte persone amavano paragonarci per tutta la loro vita. Eri un genio che incantava il mondo. Un mago con la palla ai piedi. Una vera leggenda. Ma soprattutto per me sarai sempre un grande amico con un cuore ancora più grande. Oggi so che il mondo sarebbe molto migliore se potessimo paragonarci di meno e cominciassimo ad ammirarci di più. Allora, voglio dire che sei incomparabile. La tua traiettoria è stata contrassegnata dall’onestà. E nel tuo modo unico e particolare, ci hai insegnato che dobbiamo amare e dire ′′ti amo′′ molto più spesso. La tua rapida partenza non mi ha permesso di dirtelo, quindi scriverò: ti voglio bene Diego. Grande amico grazie mille per tutto il nostro viaggio Un giorno, in paradiso, giocheremo insieme nella stessa squadra. E sarà la prima volta che alzo il pugno in aria in trionfo in campo senza celebrare un goal. Sarà perché finalmente posso abbracciarti di nuovo” – conclude il fenomeno brasiliano.

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Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

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Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

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Istat: solo al sud Italia si continua ad andare in chiesa

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Chiese sempre più vuote in Italia: secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2022 è stato toccato il minimo storico con il 18,8 per cento delle persone che vanno a messa almeno una volta a settimana. Sono molto più numerosi, il 31%, coloro che lo scorso anno non hanno mai messo piede in chiesa, se non per un evento particolare, come battesimi, matrimoni o funerali. Il restante 50% degli italiani frequenta un luogo di culto in modo discontinuo o occasionale.

A livello territoriale è il Mezzogiorno l’area più “religiosa” del paese, con il 29,3% della popolazione che frequenta con regolarità le funzioni, il centro si attesta invece su valori del 22,6%, numeri simili al nord con il 22,7%.

Tra le regioni è la Calabria quella con il numero più alto di praticanti, il 32,3% della popolazione.
Dal lato opposto invece è la Valle d’Aosta il territorio che presenta i valori più bassi, 16,5%.

Interessante anche le differenze che si riscontrano a livello micro-territoriale, in particolare la popolazione che vive nelle periferie delle aree metropolitane frequenta mediamente il 3% in più rispetto alla popolazione che vive nel centro città.

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Istat, la Campania è la regione con la più bassa speranza di vita

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La Campania, nonostante un considerevole recupero, rimane la regione con la speranza di vita più bassa tanto tra gli uomini (79,7) quanto tra le donne (83,8).

E’ il dato che si ricava dagli indicatori demografici dell’Istat pubblicati oggi e relativi al 2024.

Nella graduatoria nazionale che fa segnare il minimo storico della fecondità, con 1,18 figli per donna, la Campania si piazza al terzo posto tra le regioni italiane. Il primato della fecondità più elevata continua a essere detenuto dal Trentino-Alto Adige, con un numero medio di figli per donna pari a 1,39 nel 2024, comunque in diminuzione rispetto al 2023 (1,43). Come lo scorso anno seguono Sicilia e Campania. Per la prima, il numero medio di figli per donna scende a 1,27 (contro 1,32 del 2023), mentre in Campania la fecondità passa da 1,29 a 1,26. 

La perdita di popolazione nel Mezzogiorno dovuta agli spostamenti tra i Comuni colpisce tutte le regioni dell’area, con intensità più marcata in Basilicata e Calabria dove si osservano i tassi migratori negativi più alti: rispettivamente -5,0 per mille e -4,6 per mille. Anche il Molise (-3,8 per mille) e la Campania (-3,3 per mille) mostrano un tasso migratorio negativo significativo, sebbene meno accentuato.
La Campania, infine, si distingue anche come la regione con la più alta quota di popolazione in età attiva (65,3%), seguita dal Lazio (64,2%) e dalla Lombardia (63,9).

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