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Natale. Nuovo Dpcm del 4 dicembre: cosa si può fare e cosa no

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A partire da domani, venerdì 4 dicembre, entrerà in vigore il nuovo Dpcm: ma cosa si può fare e cosa no?

Divieto di uscire dal proprio Comune a Natale e Capodanno, ma con la possibilità di andare a pranzo al ristorante. No ai ricongiungimenti con i parenti o ai viaggi verso le seconde case fuori Regione: sono queste le misure che dovrebbero essere oggetto del nuovo Dpcm che verrà annunciato questa sera dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Le nuove disposizioni non cambieranno nulla nelle Regioni gialle, arancioni o rosse, dove resteranno le norme vigenti. Ma dal 21 dicembre entreranno in vigore misure più restrittive per tutta l’Italia, per evitare che le festività natalizie facciano salire la curva del contagio, precipitando il Paese nella terza ondata.

Come anticipato, resteranno chiusi gli impianti da scii. Nel periodo natalizio ci si potrà spostare tra le Regioni solo per raggiungere la propria residenza e il proprio domicilio, oltre che per provati motivi di lavoro, salute o necessità.

Non ci si potrà invece spostare per incontrare i parenti o andare verso le seconde case fuori Regione. Il divieto di spostamento sarà valido anche tra comuni il 25 e 26 dicembre e il 1° gennaio. Il coprifuoco è previsto per le 22.

Si potrà tornare a consumare all’interno di bar e ristoranti entro le ore 18. Dopodiché è prevista la possibilità della vendita d’asporto e la consegna a domicilio ma resta il divieto di consumare cibo e bevande nelle vicinanze del locale. I ristoranti saranno aperti a pranzo anche a Natale, Santo Stefano e Capodanno.

I negozi potranno restare aperti fino alle 21 e i centri commerciali potranno restare aperti nel weekend, fino al 20 dicembre.

E’ inoltre raccomandato evitare tavolate ai cenoni e ai pranzi e la tradizionale messa di Natale sarà probabilmente anticipata alle ore 20.

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A Napoli la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre

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Nella solennità di San Francesco di Paola, patrono della “Gente di Mare”, nella omonima Basilica Pontificia di Napoli, in piazza del Plebiscito, a Napoli, si è tenuta la celebrazione in memoria dei caduti di tutte le guerre, di terra, di cielo e del mare.

Numerosa la partecipazione di autorità civili e militari, tra cui il Viceprefetto di Napoli, Dario Annunziata, dell’Ammiraglio Ispettore della Marina Militare Pierpaolo Budri, del presidente dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia di Napoli Antonio Varriale.

È stata deposta una corona in memoria dei caduti a cura dell’Anmi, mentre il Presidente della Delegazione Provinciale dell’Oncsc Alfredo Migliaccio ha ribadito lo spirito di cooperazione tra le componenti associative d’arma, che rendono viva la memoria di chi ha combattuto per garantire la nostra stessa esistenza.

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Effetto dazi sulle Borse mondiali: “rischio di recessione per l’economia mondiale”

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I dazi di Trump “liberano l’America” ma fanno crollare i mercati, da Parigi (-3%) a Wall Street (-2,76%), con il Nasdaq in calo di oltre il 4%.

Milano lascia sul campo il 2,8%. Francoforte il 2%, Londra l’1,43%, favorita da tariffe più leggere rispetto agli altri Paesi, e Madrid l’1,23%. Il crollo del greggio (Wti -7% a 66,67 dollari al barile) e le tariffe commerciali sull’acciaio frenano Tenaris (-8,22%), Saipem (-6,86%), Prysmian (-5,08%), Antofagasta (-7,25%) e Anglo American (-6,44%).

“Le prospettive per l’export e l’impatto diretto e indiretto dei dazi sono un grosso motivo di preoccupazione“. Lo si legge nel resoconto (minute) della riunione della Bce del 5 e 6 marzo, che dà conto anche dei dubbi dei Governatori sul segnale da dare sui tassi d’interesse: i membri del Consiglio direttivo giudicavano “importante” che la comunicazione non dia un segnale in alcuna direzione in vista del meeting di aprile, “tenendo sul tavolo sia un taglio dei tassi che una pausa, in funzione dei dati in arrivo”.


(fonte: Ansa)

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Commercio, sempre più negozi cittadini e centri commericali chiudono con ricadute sull’occupazione

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Sempre più negozi cittadini chiudono con ricadute sull’occupazione.
Se ne apre uno, abbassano la serranda tre, secondo un noto sindacale nazionale di settore.
La crisi è stata acuita ultimamente dalle vendite on-line con consegna a domicilio, di questo passo si rischia che i centri urbani, senza più esercenti, diventino città-dormitori, più brutte, deserte e anche più pericolose.

“Assolutamente sì, è indispensabile un intervento dall’alto per fermare questa deriva che sta arricchendo sempre gli stessi colossi globali e impoverendo le economie locali. In Italia, il commercio fisico è stato lasciato senza strumenti per competere – dice Gaetano Graziano, Vicepresidente dell’associazione dei direttori dei centri commercialiAltri Paesi – continua – hanno capito il rischio e hanno agito: la Francia ha imposto una tassazione sui giganti del web per riequilibrare la concorrenza, la Germania ha investito nel supporto tecnologico ai negozi e il Regno Unito ha ridotto le imposte sugli esercizi commerciali per abbattere i costi di gestione. Nel nostro Paese, invece, non si è fatto nulla di tutto questo, con il risultato che le chiusure aumentano e i centri urbani si svuotano. Senza una strategia nazionale che includa sgravi fiscali, incentivi per la digitalizzazione e una regolamentazione più equa per l’e-commerce, il commercio locale sarà destinato a scomparire, con conseguenze gravissime sul PIL, sull’occupazione e sulla qualità della vita nelle nostre città.”

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