Dopo le parole del Governatore Vincenzo De Luca che ieri nella sua diretta settimanale su Facebook ha definito “farabutti” alcuni rianimatori campani, l’ira di questi ultimi è stata più forte che mai.
Lavorano ogni giorno per salavare la vita alle persone, mettendo a repentaglio la propria, in condizioni disumane e con turni insostenibili e questa volta non ci stanno a restare in silenzio.
Il Governatore, infatti, ha avuto da dire sul sistema di ricettività di alcuni ospedali della Campania soprattutto la notte ed in particolare sulle terapie intensive Covid.
Il Presidente della Regione Campania ha ringraziato a più riprese gli operatori sanitari per il lavoro che stanno svolgendo. Ma ha subito scatenato l’ira di medici anestesisti-rianimatori.
Secondo De Luca la notte alcune terapie intensive avrebbero rifiutato malati, per non lavorare:«Abbiamo una piccola percentuale di farabutti che cerca di non fare il suo dovere».
E così, alcuni di questi medici che oltre a rischiare la pelle, sono sottoposti a stress e pressioni inimmaginabili, hanno deciso di scrivere all’ex sindaco di Salerno.
A corredo della lettera, una foto che vale mille parole: due specialisti che dormono appoggiati, quasi in bilico, su un lettino, probabilmente dopo aver fatto ben oltre l’orario di lavoro.
La lettera aperta dei rianimatori dell’Ospedale del Mare di Ponticelli al presidente Vincenzo De Luca racconta del sacrificio e dello stress cui sono sottoposti gli operatori.
E al tempo stesso delle carenze, fortissime, del sistema sanitario regionale, in primis dei famosi Covid center, gli ospedali modulari voluti da De Luca e dimostratisi insufficienti, sbagliati e costosi.
“Caro Presidente, noi Rianimatori dell’Ospedale del Mare, alla luce delle dichiarazioni rese nella Sua diretta Facebook del 27/11 desideriamo metterla a conoscenza, anche con documentazione fotografica, della incresciosa situazione venutasi a creare il 26 Novembre mattina alle ore 07:30” hanno esordito.
Continuando “Una Rianimatrice ‘Buontempona’ accanto alla sua collega infermiera occupavano impropriamente un posto letto di Terapia Intensiva nel magnifico Covid Center che Lei e l’Unità di Crisi Regionale avete precipitosamente partorito“.
Spiegando poi qual è l’oggetto reale della foto “La nostra collega non aveva affatto voglia di ‘fare la nottata’ all’inizio del suo turno, tuttavia si è intestardita, insieme ai colleghi e al resto del personale, nel corso di tutta la notte nel voler salvare a tutti costi la giovane vita di un suo paziente che proprio quella notte il Covid aveva deciso di portarsi via, pronandolo e supinandolo quattro volte nell’arco di tre ore, modificandone innumerevoli volte i parametri ventilatori e adattando la terapia minuto per minuto“.
Raccontando poi il legame che lega, inevitabilmente, personale sanitario e pazienti “Per essere sicura di portare a termine l’impresa, ha deciso, una volta che il quadro clinico era in via di stabilizzazione, di attendere lo smonto mattutino del collega in Degenza, proprio al fianco del suo paziente, e senza mai perdere di vista gli altri sei. Quel posto letto nel frattempo era già stato reso disponibile per un paziente, che altri ‘buontemponi’ nel pronto soccorso a un centinaio di metri stavano cercando di stabilizzare e rendere trasportabile“.
“Ironia a parte, caro Presidente, noi Anestesisti Rianimatori non possiamo permettere che un uomo delle istituzioni lasci intendere che vi sia qualcuno che non fa il proprio dovere: non si può lasciar intendere, si deve eventualmente punire altrimenti si diventa complici! Tutte le telefonate della Centrale Operativa Regionale sono registrate, quindi il compito di controllo è estremamente semplice!” hanno quasi gridato nella lettera i medici.
Continuando la difesa nei confronti del loro opertato “Noi non possiamo permettere che le istituzioni gettino discredito su una categoria creando sfiducia nel rapporto medico-paziente-parenti, soprattutto in questi giorni in cui le comunicazioni avvengono a distanza, e circolano tante ‘fake news’ sul nostro operato anche sostenute da politici e pseudo-scienziati”.
Non tralasciando poi la segnalazione, ancora una volta, delle carenze della malasanità campana “Da mesi oramai segnaliamo, anche per via ufficiale, tutte le carenze strutturali, organizzative, e di risorse umane. Noi abbiamo utilizzato sempre i canali istituzionali, non ci siamo affidati alla stampa o ad una diretta Facebook. Lei invece ama i tafferugli mediatici“.
Raccontando poi quelle che sono le reali condizioni in cui sono costretti a lavorare “Dal momento che le nostre denunce non hanno ottenuto riscontro, vorremmo cogliere l’occasione per chiederlo direttamente a Lei: Lo sa che da circa una settimana i nostri copricalzari sono stati sostituiti da sacchetti della spazzatura? Lo sa che non abbiamo sistemi di monitoraggio avanzato? È consapevole del fatto che nel nostro Covid center non esiste un radiologo di guardia, bensì è il radiologo di turno in ospedale che deve allontanarsi per venire ad eseguire gli esami necessari?“
Continuando “È consapevole che negli angusti moduli che Voi avete acquistato non possono lavorare in sicurezza circa 50 persone per turno senza creare pericolosi assembramenti?
Lo sa che molti degli infermieri assegnati alle nostre Terapie intensive Covid non ha alcuna esperienza in area critica? Crede veramente che ognuno di quei sei moduli possa contenere 16 pazienti, come comunicato al Ministero della Salute, quando a stento ne riesce a contenere la metà?“
Concludendo “Potremmo continuare a fare la lista delle vostre macroscopiche mancanze, fino alla fine di questa pandemia, ma preferiamo tornare a lavoro. Sceriffo, per cortesia, per una volta riponga la pistola nella fondina, e metta giù il cappello di fronte a chi sta facendo sacrifici enormi per non fare affondare la barca!“.