CAIVANO – Ieri sera è terminata l’ennesima riunione di maggioranza. Quella che dovrebbe mettere d’accordo tutti sulla nomina del Presidente del Consiglio ma è terminata con un nulla di fatto. Purtroppo Caivano non è la prima città e non sarà neanche l’ultima dove l’Amministrazione decide di inserire la nomina, seppur votata in Consiglio comunale, all’interno della lottizzazione delle cariche politiche da doversi distribuire tra i vari gruppi politici.
Stabilita la natura del contendersi andiamo ad analizzare i contendenti. Ad ambire alla carica di Presidente del Consiglio sono Italia Viva e Noi Campani, un po’ più defilato negli ultimi giorni appare Orgoglio Campano che forse, evidentemente, si è accontentato di qualche ruolo di sottogoverno in più.
Proprio chi non riesce a superare il momento di stallo sulla figura del Presidente del Consiglio è il gruppo di Noi Campani che nonostante abbia ricevuto in dote un superassessorato non riesce a passare sopra al fatto che abbia rinunciato alla quota azzurra, e sentendosi ancora la Cenerentola della coalizione esige rispetto e chiarimenti sul fatto che si preferisca Italia Viva a loro che hanno in dote lo stesso numero di Consiglieri comunali. Per Noi Campani, visto che il Presidente del Consiglio è inserito nella lottizzazione, diventa un fatto di rappresentanza.
Dal suo canto Italia Viva porta in dote la ragione di sempre, ossia quella del consenso elettorale. Infatti, consuetudine vuole che la nomina del Presidente del Consiglio vada al Consigliere più eletto in maggioranza e a Caivano, tale risultato l’ha conseguito Francesco Emione.
Ma il peccato originale della contesa sono state le “regole d’ingaggio” che il Sindaco Enzo Falco ha voluto adottare per la distribuzione degli assessori. Come tutti ben sanno e come noi abbiamo raccontato sulle nostre pagine, all’epoca dei fatti il primo cittadino caivanese non volle adottare il cosiddetto “manuale Cencelli” e quindi non volle tenere conto del consenso elettorale dei singoli gruppi politici. Di conseguenza, arrivati ad oggi, perché Noi Campani dovrebbe accettare di capitolare su una cosa che non è stata voluta ai tempi della distribuzione degli assessorati? Anche se il sindaco è il capo della maggioranza, ovviamente senza mai dimenticarsi che il suo risultato elettorale è stato di gran lunga inferiore alle liste, non può credere di creare e modificare le regole di ingaggio a suo uso e piacimento. Si rischierebbe di avere una maggioranza che penderebbe da un solo lato, così come fatto già finora col PD che per il solo fatto di avere un Consigliere comunale in più conta già tre cariche politiche in più rispetto agli altri gruppi politici. Ma non si era parlato di distribuzione equa?
Dopo il nulla di fatto di ieri l’intera maggioranza si è data appuntamento a lunedì sera con la speranza di ottenere una fumata bianca. Vi terremo aggiornati.