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Napoli

Napoli. Anm in sciopero venerdì 13: le corse e le fasce orarie garantite

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L’Azienda Napoletana Mobilità (ANM) ha annunciato che domani, venerdì 13 novembre, ci sarà uno sciopero dei trasporti pubblici di quattro ore.

Lo sciopero è stato indetto dalle Organizzazioni Sindacali FILT CGIL, FILT CISL, UILTRASPORTI, ORSA TPL, UGL FNA, USB, FAISA CISAL e FAISA CONFAIL, che hanno proclamato uno sciopero del trasporto pubblico locale di quattro ore.

L’eventuale sospensione del servizio verrà gestita nel rispetto delle fasce di garanzia con le seguenti modalità:

Linee di superficie: per tram, bus e filobus, il servizio verrà sospeso dalle ore 11:00 alle ore 15:00. Le ultime partenze sono garantite 30 minuti circa prima dell’inizio dello sciopero. Il servizio tornerà regolare 30 minuti dopo circa la fine dello sciopero.

Funicolari: Centrale, Chiaia e Montesanto, ultima corsa alle ore 10:40. Il servizio riprenderà su tutti gli impianti con la prima corsa delle ore 15:20 | Per la funicolare di Mergellina il servizio è sospeso. Pertanto ci sarà una navetta sostitutiva e saranno valide le modalità dei servizi di superficie.

Metro Linea 1: ultima corsa da Piscinola e da Garibaldi alle ore 10.30 del mattino. Il servizio riprenderà con la prima corsa pomeridiana da Piscinola alle ore 15.51 e da Garibaldi alle ore 16.31.

Le motivazioni dello sciopero sono inerenti il miglioramento delle condizioni economiche e di lavoro degli operatori di esercizio le spettanze arretrate dell’anno 2016.

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Cronaca

Truffe ad anziani in tutto il Sud Italia, sgominata la centrale dei “finti carabinieri”

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Maxi operazione dei Carabinieri nel cuore di Napoli, dove i militari del Comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dei colleghi partenopei, hanno sgominato una ‘centrale delle truffe’, con base operativa nei pressi di Porta San Gennaro, ma che operava in tutto il Sud Italia.

L’operazione è stata avviata dai Carabinieri di Reggio Calabria grazie a una segnalazione su una truffa avvenuta lo scorso maggio a San Giorgio Morgeto, piccolo centro della provincia di Reggio Calabria. Nei guai due pregiudicati che, utilizzando l’ormai consueto metodo del ‘falso carabiniere’, avevano raggirato un’anziana signora, invalida al 100%, convincendola a consegnare tutti i gioielli che custodiva in casa.

Per persuaderla, avevano inscenato un falso incidente stradale in cui sarebbe stato coinvolto il nipote, e avevano richiesto una finta cauzione per evitare l’arresto del giovane. Spaventata e preoccupata per il nipote, la donna ha ceduto i suoi preziosi, ricordi di una vita, per un valore stimato superiore ai 40mila euro.

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Cronaca

Droga e telefonini in carcere, beccati i corrieri

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Stamane è in corso un’operazione della Polizia a Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale partenopeo, su richiesta dalla Procura. Quindi sono 12 le persone ritenute, a vario titolo, gravemente indiziate dei reati associativi di traffico di droga e l’accesso indebito di cellulari per i detenuti. I reati scoperti sono aggravati dal metodo mafioso.

Lo scorso settembre il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha tenuto una conferenza stampa in seguito al blitz contro i clan casertani. “I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro e quando ho proposto di comprare i jammer almeno nelle carceri di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute“. Gli jammer sono inibitori di segnale che costano ognuno 60mila euro.

Mi è stato detto – ha aggiunto il magistrato calabrese – che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino, mi risulta invece che c’è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l’inibizione dei droni anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni“.

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Cronaca

“Renà non mi lasciare”, le ultime parole di Arcangelo Correra

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Prima di perdere i sensi avrebbe detto “Renà non mi lasciare”, Arcangelo Correra, il 18enne morto sabato scorso in ospedale dopo essere stato ferito a morte alla testa da un colpo di pistola esploso dall’amico Renato Caiafa di 18 anni che, a suo dire, stava maneggiando una pistola trovata poco prima sulla ruota di una macchina parcheggiata.
Il giovane ha voluto riferire la circostanza stamattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo emesso dalla Procura di Napoli (pm Capasso) e notificato dalla Polizia di Stato; fermo che poco fa il gip non ha convalidato disponendo comunque la detenzione in carcere per l’indagato.

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