CAIVANO – “Bisogna saper scegliere cosa leggere” questo recitava un bloghettino locale nella condivisione di un articolo di alcuni giorni fa ed è proprio vero! Bisogna saper scegliere cosa leggere specialmente quando si smette di fare giornalismo, quando si esauriscono fonti e forze lavoro e ci si limita solo a pubblicare comunicati stampa prodotti dalla parte interessata. Ma veniamo ai fatti.
Da questo bloghettino proprio ieri abbiamo letto la notizia già anticipata dal sindaco circa l’incontro avuto col Prefetto Valentini e la volontà di quest’ultimo di regolarizzare la situazione abitativa al Parco Verde. All’interno dell’articolo però è riportato un macroscopico errore che ha fatto sobbalzare dalla sedia alcuni addetti ai lavori che si sono riversati su Facebook a demonizzare tale atto. In un periodo dell’articolo si leggeva che tra i punti fissati dal Prefetto dove richiedeva una risoluzione c’era uno che recitava: Affidamento del Parco Verde a ditta esterna (già iniziata con l’amministrazione Monopoli).
Premesso che se si è un po’ a conoscenza del diritto amministrativo, tutti sanno benissimo che una proprietà del Comune dove già è stata data in locazione al cittadino non può essere bandita per una gestione come si fa per una struttura pubblica sportiva o culturale, nè la legge 219 del 1981 lo prevedeva né tanto meno l’Amministrazione Monopoli ha mai avuto questa intenzione ma forse il collega distratto ha mancato qualche parola, forse si voleva scrivere che la raccolta dei tributi (pigioni) deve essere esternalizzata? E anche qui ci sarebbe stato errore perché all’epoca di Monopoli già era presente la So.Ge.R.T. come agenzia di riscossione tributi, quindi di quale esternalizzazione si sta parlando? Ma lasciamo stare gli errori di inesperienza e passiamo ai fatti.
In realtà il Prefetto Valentini non ha chiesto altro di ristabilire all’interno del Parco Verde un quadro di chiarezza, di trasparenza in merito alla situazione abitativa e di riscossione così come già ha chiesto anche la Corte dei Conti. Ed è pur vero che si dovrà perseguire tutto quanto fatto dall’ex Sindaco Monopoli ma al margine di un completo censimento dell’intero complesso residenziale. Tutti ricordiamo benissimo con quanta fatica l’ex amministrazione aveva messo in piedi l’organizzazione del censimento – tra l’altro atto che gli ha visto stralciare la sua posizione dal Giudizio della Corte dei Conti – e come alcuni dirigenti e funzionari abbiano impedito la fine dei lavori con le varie malattie e assenze dal posto di lavoro pur di non portare a compimento il delicato compito in una zona residenziale così complessa.
Ma vogliamo immaginare che il neo-sindaco Enzo Falco ci riesca, che in men che non si dica, riesca a censire gli oltre 600 appartamenti del parco e riesca a sapere chi ci abita in quelle case una volta e per tutte tra legittimi assegnatari ed abusivi. Fatto questo però, come può anche immaginare di combattere una “guerra” di sgombero immediato degli abusivi quando all’interno del suo programma elettorale un suo candidato, tra l’altro il più votato nel Parco Verde, ha scritto a chiare lettere: “Assegnazione alloggi agli occupanti abusivi, che hanno diritto per legge alla Sanatoria, e che ne hanno fatto richiesta nei tempi dovuti”?
Quindi? All’interno del censimento vanno suddivise anche le categorie degli occupanti? Bisogna stabilire anche chi siano gli occupanti abusivi in sanatoria e gli occupanti abusivi abusivi? E secondo quale metro di giudizio si stabilirebbe che un abusivo e più abusivo di un altro e per questo uno deve uscire fuori dalla propria abitazione e l’altro no? Solo perché uno ha fatto in tempo a infilarsi in una casa e l’altro ha fatto tardi? Logicamente queste saranno grane che dovrà sbrigarsi il neo sindaco eletto, sempre se riuscirà nella fatica di poc’anzi. Ma veniamo ad un altro dettaglio non di poco conto!
La visione di Enzo Falco è stata chiara ed anche nel Talk di confronto nei nostri studi televisivi la fascia tricolore ha ribadito a chiare lettere di voler intraprendere lo stesso iter burocratico adottato per le vele di Scampia, ossia abbattimento e ricostruzione, possibilmente quest’ultima da farsi su tutto il territorio caivanese e non concentrata in un solo posto. Poiché quelle non sono case ma piccole casse di cemento e amianto dove fa freddo di inverno e caldo d’estate, e gli abitanti dell’ultimo piano sono costretti a camminare per casa con l’ombrello. La situazione del Parco Verde non è semplice come appare.
Un’altra soluzione sarebbe quella dell’alienazione dell’intero complesso residenziale ma così facendo si permetterebbe solo al Comune di Caivano di sgravarsi dell’enorme costo di manutenzione ordinaria e straordinaria che quel parco rappresenta ma non risolverebbe il problema dal punto di vista della sicurezza perché non solo non andremo a dividere le povertà ma ne consentiremo ancora l’addensamento e poi non si farebbe altro che avvantaggiare chi con facili guadagni alternativi possiede un potere economico da potersi permettere tutte le case che vuole.
Amministrare una città complessa come quella dell’ultima periferia della conurbazione napoletana non è semplice, perché si può accettare una stampa locale approssimativa ma non di certo una classe dirigente mediocre che può fare solo sfaceli a queste latitudini. Adesso sta al neo sindaco eletto dimostrare di cosa è capace quest’amministrazione. Ai posteri l’ardua sentenza.