La morte di Paola ed il dolore di Ciro non sono bastati per far capire alle persone che chi ama, ama a prescindere dalla razza, dal colore della pelle e dall’orientamento sessuale, come si suol dire “al cuore non si comanda”.
Eppure chi continua ad avere atteggiamenti omofobi forse questo non lo sa o molto probabilmente non ha mai amato per davvero. “L’amor che move il sole e l’altre stelle”, come diceva il grande Poeta, non è dunque capace di muovere i sentimenti di alcuni cuori diventati “pietra”.
E’ così che un ragazzo di soli 17 anni è stato aggredito e minacciato da una donna di 45 anni che potrebbe essere sua madre perchè “accusato” di essere “gay”.
Il terribile episodio ha avuto luogo ad Altavilla Irpina, in provincia di Avellino dove il ragazzo veniva minacciato da ben due anni ed ora, dopo l’ennesima aggressione, stanco dei soprusi, ha deciso di denunciare l’accaduto.
Il 17enne era infatti oggetto di derisioni e violenze verbali per il suo orientamento sessuale. L’avvocato del ragazzo ha raccontato che ad alimentare le minacce sarebbe stata una donna di 45 anni che avrebbe anche sputato in faccia al giovane.
Quest’ultimo ha così scelto di rompere il silenzio e dopo le numerose aggressioni verbali da parte dei concittadini e della donna ha presentato alla Procura della Repubblica di Avellino ben cinque denunce.
E’ così che nel 2020 l’orientamento sessuale continua ad essere una “colpa”, che l’omofobia viene ancora tristemente vista come una “malattia” e che nonostante ci siano stati apparenti passi avanti in realtà nella mentalità retrograda delle persone non si continua a fare nient’altro se non decine di passi indietro, in un baratro di ignoranza e inciviltà. La realtà qui è molto triste e viene dapensare sempre più che un Paese che non accetta i propri ragazzi non è pronto neanche ad accettare sè stesso.