Maria Paola Gaglione era una ragazza solare ed innamorata, innamorata di una donna perchè l’amore non deve e non può conoscere distinzioni e discriminazioni e lei credeva di poter scegliere chi amare.
La sua è una storia triste che dimostra però ancora una volta quanto è difficile vivere in una società apparentemente aperta ma ancora troppo piena di pregiudizi e discriminazioni, una società in cui un ragazzino di nome Willy viene ammazzato per il solo colore della sua pelle ed una ragazza di 22 anni viene uccisa dal suo stesso fratello perchè ritenuta “una vergogna” per un’unica “colpa”: l’amore.
E’ così che nella notte tra venerdì e sabato, il 25enne Antonio Gaglione, ha deciso di inseguire le due ragazze e dare loro una “lezione”. Covava troppa rabbia dentro di sè da anni, e voleva in qualche modo “salvarsi la faccia”.
Maria Paola e la compagna avevano una relazione stabile e convivevano da anni ma per lui la loro storia d’amore era inaccettabile ed ha deciso di pedinarle.
Dopo averle raggiunte, mentre da Caivano, in motorino, si dirigevano verso Acerra, ha speronato il loro scooter uccidendo la sorella, per poi pestare a sangue la compagna.
La tragedia è avvenuta in via Etruschi ad Acerra. Antonio con un’improvvisa accelerata, ha raggiunto lo scooter delle ragazze tamponandolo con violenza. Nell’impatto, il mezzo a due ruote è uscito di strada per poi impattare contro la recinzione di un campo. Le due sono state sbalzate dal sellino. Maria Paola Gaglione ha sbattuto con il collo contro un tubo di metallo dell’impianto di irrigazione, mentre la sua compagna è finita in una sorta di cunetta tra i rovi selvatici.
Il giovane si è scagliato contro la compagna della sorella e l’ha picchiata selvaggiamente. Mentre subiva l’aggressione, la giovane ha cercato in tutti i modi di attirare l’attenzione dell’uomo, piangendo disperata e gridandogli più volte: «Maria Paola non si muove… aiutiamola»: solo dopo Antonio si è avvicinato alla sorella accorgendosi che non respirava più.
Sono giunti sul posto i carabinieri della caserma di Acerra, diretta dal maresciallo Giovanni Caccavale, e l’ambulanza del 118. Purtroppo per Maria Paola non c’era più nulla da fare mentre la compagna è stata portata alla clinica Villa dei Fiori di Acerra. Le sue condizioni non sarebbero gravi.
Davanti ai militari Antonio Gaglione, ora in carcere per omicidio e violenza privata aggravata da omofobia, ha confessato:«Ho fatto una stronzata. Non volevo uccidere nessuno, ma dare una lezione a mia sorella e soprattutto a quella là che ha “infettato” mia sorella che è stata sempre “normale”».
Non basta la tragedia ed il dramma omofobo che si è consumato in un ragazzo che alla fine non ha neppure capito le sue colpe ma forse, tra i problemi più gravi da risolvere, ci sarebbero quelli relativi alla società in cui viviamo che anzichè restare sbalordita da ciò che è successo commenta su Facebook e chiede “giustizia” per Antonio, mentre Paola e tante altre ragazze come lei, non hanno ancora avuto giustizia e chissà se mai saranno libere di vivere liberamente il loro amore.