Afragola

AFRAGOLA. Questione Lu.Mo. Al politico che si arrende leggendo le carte, preferiamo la politica e le visioni

Pubblicato

il

AFRAGOLA – Non si placano le polemiche intorno al caso Lu.Mo. Stavolta a parlare è l’amministrazione nel nome dell’assessore Affinito, lo stesso che ha dormito sul caso fin dal suo insediamento, senza dimenticare che lo stesso era assessore ai lavori pubblici dell’amministrazione che ha affidato l’intera struttura per mille euro al mese al vincitore del bando di gara. Oggi, finalmente, ma meglio tardi che mai, si è destato e si è ricordato che è l’assessore al Contenzioso e al Patrimonio comunale e rivendicando ciò che le sue deleghe gli competono non ha cercato di risolvere la questione ma di giustificare e giustificarsi delle mancanze dell’amministrazione che a distanza di due anni non affida ancora il bene al legittimo gestore.

È giusto come dice Affinito al collega Paolo Sibilio nell’intervista di Political Life che a parlare debbano essere gli amministratori e non gli opinionisti. Anche se io sarei più per il: “mentre gli opinionisti parlano, gli amministratori fanno i fatti” ma mi rendo conto di pretendere troppo e allora possiamo anche aggiungere che per noi possono anche parlare gli amministratori baristi, tanto di quest’amministrazione non ci meraviglia più nulla.

E passando dagli amministratori baristi a quelli che dovrebbero fare politica, vorrei aggiungere che ascoltare un assessore comunale che ci dica che per come stanno le carte non si può far nulla e che l’ente comunale (sempre proprietario del bene, attenzione, il Comune ha dato in gestione il bene non l’ha alienato) non può farci nulla e per forza di cose deve sottostare a quanto kafkianamente accaduto, sinceramente fa cadere le braccia. In poche parole l’assessore Affinito ha denotato tutta la sua mancanza di visione, di idee e di politica.

È ovvio che se andiamo a leggere le carte, il gestore di quel bene può fare il bello e il cattivo tempo, perché ha tutte le ragioni del mondo per recriminare un bene a lui assegnato per legge, ma la politica va oltre, la politica è quell’arte che serve a trovare le soluzioni per una migliore vivibilità e dietro ad un accordo già preso è ovvio che ci sia: sia la possibilità e sia la volontà per poter chiudere una trattativa comoda per tutti.

Al contrario, l’avvocato Affinito ci sta comunicando, invece, che la politica la possono praticare solo i principi del foro e qui poi ci viene il dubbio sul fatto che tra i 70mila sindaci e 130 mila candidati sindaco di Afragola lui si sia sfilato dal pacchetto. Almeno gli riconosciamo l’onestà intellettuale di essere a conoscenza di non esserne all’altezza.

Quando ad intervenire poi, in mezzo ad una trattativa avviata tra l’ente e il delegato della società “Atlantide” si infilano amministratori baristi e imprenditori occulti, logico che il banco salta e chi è dedito ad usare prassi legittime si tira fuori dai giochi e abbandona il tavolo.

L’Assessore Affinito mente sapendo di mentire. La società Atlantide è vero che ha un suo amministratore e che si chiama Nicola Dragone ma è pur vero che l’affare è stato possibile grazie a delle forze insistenti sul territorio che attualmente vivono una faida familiare e che è quest’ultima il solo unico vero motivo per il quale il Lu.Mo. non viene ancora assegnato.

Chi si accosta al vortice di questa faida viene risucchiato in un non nulla e dalla persona perbene volto a risolvere i problemi della res publica ci si ritrova sporcato nell’immagine in un men che non si dica e chi invece riesce a regolarsi alla velocità del ciclone riesce a volare una bellezza raccattando anche qualcosa spinto dal vento.

Oramai non ci si meraviglia neanche più dell’eterno silenzio del sindaco che oramai non è che preferisce, ma ama proprio, far logorare gli attori in campo tra di loro, senza schierarsi mai, in maniera tale da riuscire ancora a galleggiare per un altro po’. Hai visto mai che se oltre alla Lega riuscisse anche a scontentare qualche barista?

Fatto sta che come anche dichiarato dall’assessore Affinito: “Se accordo ci sarà, il bar resterà lì dove era contemplato nel progetto iniziale” a dimostrazione che la vera diatriba della faida familiare era proprio la bouvette del Lu.Mo che noi di Minformo abbiamo definito galeotta nello scorso articolo.

Un’altra puntata a quando si saprà chi gestirà il bar della discordia…

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Popolari

Exit mobile version